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In Breve

| 24 maggio 2016, 16:31

Il Mondo visto da Torino...di Mauro De Marco

Vanchiglia e Regio Parco, due simboli della Torino post-industriale, destinati a diventare nuove attrazioni della città

Il Mondo visto da Torino...di Mauro De Marco

Torino, always on the move. Così recitava un slogan della Torino olimpica a cui la città sembra aver tenuto fede a dieci anni di distanza. L’arte del riciclo di luoghi sembra essere diventato un mantra per la nostra città che non ha mai spesso di rinascere sulle sue ceneri.

Una delle zone più interessanti da questo punto di vista è quella porzione di territorio che da Regio parco si estende fino a Vanchiglia. Quest’ultimo quartiere è diventato uno dei più interessanti per la moltitudine di locali per ragazzi  e ristorantini delle etnie più varie, complice anche la vicinanza alle università.

Vanchiglia si trova a metà strada tra la storica sede universitaria di Palazzo Nuovo e il nuovo avveniristico ateneo impiantato di recente a ridosso del quartiere Regio Parco, il Campus Einaudi che ha riutilizzato la storica sede dell’Italgas ripensata da nientepopodimenoché, Sir Norman Foster.
Regio Parco, residuato della Torino postindustriale, sembra essere diventato l’epicentro delle nuove iniziative che rivoluzioneranno le abitudini e la geografia urbana pur mantenedo l’atmosfera del vecchio quartiere dove si conoscono tutti. Sorgono atelier, studi di architettura, di grafica, di design, ciclo-officine, che riutilizzano aree dimesse e palazzacci d’epoca come accade nella vicina Vanchiglia.

A impreziosire ulteriormente questa zona, le piste ciclabili intorno alla Dora Riparia, fortunatamente sempre più battute, a conferma di quanto queste zone ricche di fermento si ostinino a mantenere una dimensione a misura d’uomo.  Nel punto in cui era dislocata una centrale elettrica dell’Enel dei primi del novecento sta sorgendo il nuovo Centro direzionale Lavazza, impiantato in un grande isolato esistente tra via Bologna, largo Brescia, corso Palermo e via Ancona.

Il sito che ospita la nuova sede della Lavazza -firmato dall’architetto milanese Cino Zucchi- diventerà il centro di una serie di attività legate alla ricerca e all’innovazione per l’azienda, nonché un esempio di integrazione col territorio sotto il profilo della riqualificazione urbanistica ed edilizia, nel pieno rispetto dei canoni di sostenibilità energetica e ambientale che consentiranno il riutilizzo e il recupero di edifici attigui i quali offriranno anche un nuovo spettacolare spazio aperto ai cittadini.

A breve è prevista l’apertura di un importante ristorante capitanato da uno chef stellato.  A conferma di come a Torino esista un centro ma anche tanti piccoli centri i quali sempre più andranno ad affermarsi per arricchire la vocazione turistica che la città si è data in questi ultimi anni. 

Mauro De Marco

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