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Attualità | 15 settembre 2016, 16:04

Dislessia: Torino sperimenta il progetto “Io-ascolto” per migliorare l’apprendimento dei bambini a scuola

Nuovo in Italia, è finanziato da Fondazione CRT e realizzato da Università degli Studi e Politecnico: si applica fin dai 5 anni a classi intere anziché solo ai bimbi con deficit, e punta anche a ottimizzare l’acustica delle aule

Immagine di repertorio

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Si chiama “Io-Ascolto” l’innovativo progetto di ricerca sperimentato a Torino per migliorare le capacità di apprendimento dei bambini a scuola, e contrastare disturbi specifici dell’apprendimento come la dislessia – ossia l’impossibilità di leggere velocemente e correttamente parole e testi – riscontrabile, secondo le stime dell’AID (Associazione Italiana Dislessia), in circa 4 studenti italiani su 100.

Il progetto Io-Ascolto è finanziato dalla Fondazione CRT, ed è realizzato dall’Università degli Studi di Torino (Dipartimenti di Neuroscienze, Scienze Chirurgiche e Informatica) e dal Politecnico di Torino (Dipartimento Energia), in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM) e la Direzione Didattica Roberto D’Azeglio.

 Si tratta di un vero e proprio programma didattico da affiancare a quelli tradizionali, rivolto ai bimbi dai 5 ai 7 anni, con l’obiettivo di rafforzare la percezione, discriminazione, memorizzazione e associazione di suoni e immagini, anche con l’ausilio di un software specifico basato sulla stimolazione di specifiche aree cognitive e proposto con l’utilizzo di tablet e cuffie. Una sorta di “avventura giocosa”, in cui i piccoli affrontano prove volte a sviluppare capacità cognitive specifiche. La prima sperimentazione è stata accolta dalla Dirigente scolastica Veronica Sole della Direzione Didattica Roberto D’Azeglio di Torino.

Per il momento il programma è orientato a prevenire il disturbo specifico della lettura, la dislessia, ma in futuro conta di implementare esercizi per contrastare le altre problematiche dell’apprendimento, come la discalculia (difficoltà a eseguire agevolmente operazioni di calcolo), la disortografia (difficoltà a comporre le parole correttamente) o deficit di attenzione/iperattività. Tali disturbi persistono anche in età adulta, complicando, ad esempio, la lettura di cartelli stradali, istruzioni, libri, giornali o l’esecuzione di semplici calcoli nelle spese ordinarie.
L’efficacia del progetto Io-Ascolto dell’Università e del Politecnico di Torino può, in prospettiva, diminuire le difficoltà in classe, i disagi degli studenti, la dispersione scolastica – afferma il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapuccie, contemporaneamente, ‘alleggerire’ una problematica diventata ormai considerevole per il mondo dell’istruzione, la società, la sanità pubblica: un impatto positivo non solo sul benessere dei bambini di oggi, ma anche sulla qualità della vita degli adulti di domani”.

Tale progetto è nato dall’idea di poter contrastare importanti difficoltà che incontrano centinaia di studenti all’inizio del loro percorso scolastico – spiega la responsabile scientifica del progetto Io-Ascolto, dottore di ricerca in Neuroscienze, Tiziana Sacco –. Nelle classi molti bambini già a 5 e 6 anni si sentono non adeguati alle richieste e la loro autostima crolla, trascinandosi la motivazione ad andare a scuola e spesso problematiche emotive e psicofisiche. La sfida è quella di potenziare le capacità neurali di apprendere, in un periodo di sviluppo ‘sensibile’, e verificare se sia possibile prevenire difficoltà e disturbi dell’apprendimento. Il rendere più sereno e promettente il percorso scolastico degli studenti, aumenterebbe le percentuali di quanti terminano il percorso di studio, l’aspettativa sociale e lavorativa e il benessere delle nuove generazioni”.

Tre novità. Io-Ascolto è un progetto unico in Italia sotto tre punti di vista. In primo luogo viene proposto a intere classi, anziché ai soli bambini con difficoltà o a rischio, sia per non creare differenziazioni o addirittura ‘discriminazioni’ tra i singoli, sia perché un programma di potenziamento delle capacità di attenzione e memoria uditive e visive, del linguaggio e della lettura può servire a tutti: i piccoli, infatti, anche se molto ‘forti’ in alcune capacità cognitive, possono essere fragili in altre.

In secondo luogo il training inizia molto precocemente, già a 5 anni, ed è continuativo dalla scuola d’infanzia fino alla seconda elementare, con esercizi mirati e calibrati per età. Nel periodo della vita che va dai 5 ai 7 anni, infatti, nel cervello è ancora alta la plasticità neurale, ed è possibile modificare le aree linguistiche attraverso stimoli ambientali che coinvolgono i canali sensoriali uditivi e visivi: una novità significativa rispetto ai tradizionali percorsi di riabilitazione che, di norma, vengono intrapresi a seguito di diagnosi di dislessia solo dopo gli 8 anni, quando però la modificabilità di questi neuroni inizia a diminuire.

La terza novità di Io-Ascolto riguarda la correlazione tra una buona acustica in classe e un buon apprendimento degli alunni, e punta a “trattare” le aule con l’installazione di pannelli fonoassorbenti che – sul modello dell’elementare “pilota” Roberto D’Azeglio di via Santorre di Santarosa a Torino, dotata di ambienti didattici ottimali – riducono il rumore di fondo e la riverberazione sonora. Secondo i risultati di un primo test effettuato in tre scuole torinesi dalla Prof.ssa Arianna Astolfi, responsabile nel progetto dello studio dell’acustica delle aule scolastiche, insieme alla dott.ssa Giuseppina Puglisi del Politecnico di Torino e dal dott. Andrea Prato dell’INRIM di Torino, la cattiva acustica nelle aule scolastiche peggiora del 10% l’intelligibilità del parlato nei bambini dei primi anni di scuola elementare, con possibili ricadute negative sulle capacità uditive, fonologiche e di lettura degli studenti.

I primi risultati. Dopo l’avvio della sperimentazione in 5 scuole (una d’infanzia e quattro primarie negli istituti comprensivi D’Azeglio e Manzoni), per un totale di 280 bambini, inizia adesso la fase due di Io-Ascolto, con l’estensione del progetto: il numero dei partecipanti al percorso raddoppierà, arrivando a quota 583 piccoli, e sarà coinvolto anche l’istituto comprensivo Ricasoli, per un totale di 14 scuole cittadine (quattro d’infanzia e dieci primarie).

I primi risultati, illustrati giovedì 15 settembre nella sede della Fondazione CRT di via XX Settembre 31 a Torino, evidenziano che il potenziamento uditivo e visivo porta a un miglioramento delle capacità cognitive, uditive e di lettura.

Nelle scuole primarie si è riscontrata una tendenza all’aumento, rispetto al gruppo di controllo, delle capacità di discriminazione uditiva, per i suoni e le sillabe, e si è confermato un aumento medio della velocità di lettura del brano e una riduzione degli errori nella lettura di non parole. Visto il grande numero di bambini e la loro eterogeneità, si cercherà quest’anno di confermare lo stesso trend positivo. Nella scuola d’infanzia si è evidenziato un miglioramento, rispetto al gruppo di controllo, della capacità di attenzione uditiva, della capacità di attenzione visiva, dell’attenzione visiva sostenuta e della memoria uditiva, tutti pre-requisiti indispensabili per l’apprendimento della lettura, con il quale si stimeranno le correlazioni ora che questi bimbi hanno iniziato la prima elementare. Inoltre è stata evidenziata una correlazione tra l’indice acustico di chiarezza, legato all’intelligibilità del parlato, e la velocità di lettura di parole, non-parole e brano. Questi dati ottenuti, anche se ancora preliminari, fanno essere ottimisti sull’efficacia del progetto.

La dislessia: i numeri in Italia e in Piemonte. Secondo l’ultimo report ufficiale del Ministero dell’Istruzione del 2015, in Italia ci sono 186.883 studenti (10.022 solo in Piemonte) cui sono stati diagnosticati disturbi specifici di apprendimento (in particolare, 108.844 quelli con dislessia, di cui 5.822 in Piemonte), con un trend in netta crescita: in quattro anni, infatti, la percentuale delle diagnosi sul totale degli studenti è salita dallo 0,7% al 2,1%.

C.S.

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