"Barricalla non è un “presidio ambientale” come vogliono farci credere: è un’enorme fossa alle porte di Torino dove da 30 anni vengono interrati rifiuti speciali pericolosi dell’industria, tra cui polverino d’amianto, scorie di piombo e scorie dell’inceneritore del Gerbido". Ad intervenire sono i consiglieri regionali del M5S Giorgio Bertola e Gianpaolo Andrissi, che proseguono:"Proprio la necessità di un controllo ed il monitoraggio costante rendono l’idea della pericolosità di questa discarica. Il ministro Galletti trovi una soluzione per quando verrà esaurito lo spazio già esiguo anziché usare le solite parole di circostanza. Anche sulla sicurezza ostentata al “100%” ci sarebbe poi da ridire. Forse Galletti dimentica che la gestione del post mortem durerà per sempre e graverà inesorabilmente sul territorio. Quanto ci metteranno a degradarsi i materiali di contenimento? 100, 200 anni o anche di più?"
"L’ampliamento di circa 500.000 mc, la V vasca", proseguono i due pentastellati, "richiesto dalla Società, consentirà l'utilizzo per pochi anni ancora. Non siamo disposti a tollerare che i rifiuti provengano da altre regioni. Così come per i conferimenti all’inceneritore, anche per Barricalla la priorità dovrebbe essere rivolta alle industrie piemontesi. Invece attualmente solo il 60% dei conferimenti pericolosi proviene dalla regione".
"Ad oggi inoltre", evidenziano, "esistono metodi alternativi che consentono di smaltire sostanze pericolose come diossine in completa sicurezza, invece del ricorso all'obsoleto interramento. Allo stesso modo non esisterebbero le 84.000 tonnellate annue di scorie da incenerimento se non si ricorresse a questa pratica obsoleta e dannosa per la “non gestione” del rifiuto".
"Porteremo il caso in Consiglio regionale visto il 30% di azioni Baricalla detenute dalla Regione Piemonte. Chiederemo all'assessore all'ambiente Valmaggia come intenda muoversi visto che nel Piano Rifiuti Speciali, presentato pochi mesi fa, si evidenziano carenze di discariche per rifiuti speciali ma non viene indicata alcuna strategia alternativa", concludono Bertola e Andrissi.