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Politica | 23 novembre 2016, 19:33

Bersani a Torino parla del referendum costituzionale

Bersani: "Il governo deve occuparsi di temi sociali ed economici, lasciando che il parlamento lavori ad una nuova legge elettorale"

Bersani a Torino parla del referendum costituzionale

Pierluigi Bersani stasera alla Gam, nella cornice di un incontro sul bilancio 2017, ha parlato del Referendum costituzionale.

L'ex-segretario del PD, ha detto che i referendum non sono elezioni politiche o patti di governo ma punti sui quali si possono prendere posizioni diverse.

"È quindi inutile parlare di accozzaglia, cerchiamo di rispettare quello che è il punto di vista dei cittadini," ha spiegato Bersani, continuando: "Io mi aspetterei che il Segretario del mio partito dicesse: ‘ E’ chiaro che il PD ha il diritto e dovere di darvi indicazioni, è sacrosanto. È altrettanto sacrosanto che davanti a temi costituzionali ognuno pensi con la propria testa, in grande libertà.' Il (segretario del partito) potrebbe poi aggiungere: 'io spero di convincere tutti ma è anche chiaro che chi vota no si debba sentire a casa sua nel PD, nel centro sinistra.’"

 

Alla domanda del che cosa farà se vincesse il sì, Bersani ha chiarito che resterebbe comunque nel partito, "perché il PD è casa mia. Di facile non c’è niente. Si combatterà per l’unità."

Spostando poi il discorso su questioni di società e welfare, Bersani ha parlato di quanto il concetto di governabilità sia legato ad una grande consapevolezza sociale.

"Bisogna riprendere una politica di protezione sociale, cominciando dai diritti del lavoratore, tirando via la precarietà. Bisogna ridurre la forbice sociale attraverso una gestione corretta della fedeltà fiscale e del welfare," ha detto Bersani.

"Oggi con un clima di deflazione e stagnazione, gli investimenti privati sono difficili da raggiungere. Se vogliamo fare il pugno di ferro in Europa deve essere solo per degli investimenti. Del resto ce ne dobbiamo occupare noi."

 

 

 

Il governo, secondo Bersani, deve occuparsi di temi sociali ed economici, lasciando "che il parlamento lavori ad una nuova legge elettorale e lasciare il tempo da qui al 2018 per rimetterci in ordine."

 

 

 

Cinzia Gatti e Giulia Maccagli

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