/ Attualità

Attualità | 23 aprile 2017, 21:58

Il 25 Aprile Chivasso celebra il partigiano Eugenio Banfo

All'ex consigliere comunale e presidente Anpi scomparso nel 2004 viene intitolato un giardino pubblico

Il 25 Aprile Chivasso celebra il partigiano Eugenio Banfo

In occasione della ricorrenza nazionale del 25 Aprile, le celebrazioni del 72esimo Anniversario della Liberazione che avranno luogo a Chivasso si terranno presso il giardino di via Clara che per l'occasione verrà intitolato a Eugenio Banfo, partigiano, consigliere comunale e presidente della sezione Anpi di Chivasso. Eugenio Banfo è nato a Vercelli il 4 aprile del1925. Partigiano, gli fu conferito il “Certificato di Patriota”, la “Croce al Merito di Guerra in seguito ad attività partigiana” e il diploma d’onore di “Combattente per la libertà d’Italia”. E’ stato consigliere comunale, presidente della sezione Anpi di Chivasso e presidente onorario della stessa fino alla sua morte, il 21 febbraio del 2004.

Chiamato alle armi il 5 dicembre 1943, viene dispensato dal servizio militare in qualità di ferroviere, addetto alla circolazione di treni necessari alle attività belliche. Nei primi mesi del 1944 entra a far parte del gruppo antifascista clandestino dei ferrovieri di Chivasso, creato da Felice Donato, Giovanni Massaglia e dal capo stazione Masoero; partecipa ai tentativi di aiutare i prigionieri di guerra e i deportati in transito alla stazione di Chivasso, fornendo acqua e cibo.

L’attività clandestina viene segnalata alle autorità fasciste, tanto che il mattino del 12 maggio 1944 alcuni militi della GNR si recano a cercare Eugenio Banfo alla stazione di Chivasso. Eugenio, avvertito in tempo, si allontana dalla stazione; in questo modo involontariamente si salva dall’incursione aerea sulla stazione, iniziata alle 9,15 di quella stessa mattina, nel corso della quale rimangono uccisi alcuni suoi colleghi d’ufficio.

Il 30 maggio 1944 gli viene revocata la dispensa dal servizio militare. Il 31 maggio viene convocato al Distretto Militare di Chivasso e arruolato nell’esercito della RSI. Viene trasferito immediatamente al Distretto Militare di Vercelli. Il 1° giugno viene inquadrato in un reggimento di formazione della Divisione Alpina “Monterosa”. Il reparto viene caricato su un treno merci e inviato in Germania il 18 giugno 1944 per l’addestramento. Il 22 giugno attraversa la frontiera al Brennero ed arriva al campo di addestramento di Münsingen (Baden-Württemberg) il 25 giugno 1944. La Divisione Alpina “Monterosa” torna in Italia il 21 luglio 1944 e viene dislocata sull’Appenino ligure-emiliano, a cavallo tra le province di Parma, La Spezia e Massa-Carrara. Eugenio Banfo, che ha l’incarico di radiotelegrafista, fa parte di un gruppo di 5 alpini, agli ordini del sergente Comassi, che il 19 settembre 1944 abbandona la Div. Monterosa e si unisce ai partigiani della Divisione “Centocroci”, attiva tra l’omonimo passo appenninico di Centocroci e il passo della Cisa. Viene assegnato alla squadra Sabotatori della Brigata “Nino Siligato”, con l’incarico di radiotelegrafista. Nome di battaglia: “Baffo”.

Dal 19 al 23 gennaio 1945 viene coinvolto nel grande rastrellamento nazifascista sul Monte Gottero, durante il quale riesce a portare in salvo il mulo con la radio ricetrasmittente del reparto. Partecipa al combattimento di Guinadi (MS) il 10 marzo 1945, sulla linea ferroviaria tra Borgo Val di Taro e Pontremoli. Dal 22 al 29 aprile 1945 partecipa alla liberazione di Fornovo e Parma. Nel Maggio 1945 viene congedato e ritorna a Chivasso. Gli viene rilasciato il “Certificato di Patriota”, firmato dal Maresciallo H.R. Alexander, Comandante Supremo delle forze alleate del Mediterraneo centrale, il 17 agosto 1945. L'’Esercito Italiano concede la “Croce al Merito di Guerra in seguito ad attività partigiana” il 5 novembre 1976. Il 1° giugno 1984 il Presidente della Repubblica Sandro Pertini gli consegna il “Diploma d’onore di combattente per la libertà d’Italia”. E’ stato consigliere comunale di Chivasso nelle file del Partito Comunista Italiano nella prima metà degli anni settanta e Presidente della sezione Anpi “Boris Bradac” di Chivasso dal 1998 al 2004.

Dal libro “Combattere per non ubbidire”, scritto dal partigiano chivassese Eugenio Banfo: “Nella primavera del 1944, tutto il Canavese fu teatro di scontri fra le squadre di Partigiani e le pattuglie tedesche ed in particolare a Chivasso, le milizie erano di stanza presso la Caserma Giordana e all’inizio di maggio si erano registrati scontri in frazione Boschetto, per arrivare poi al 12 dello stesso mese con il bombardamento della stazione di Chivasso, che causò 73 morti, soprattutto civili, ed alcune centinaia di feriti. Dopo gli scontri presso il consorzio di via Tellini del 21 luglio, dove i Partigiani avevano sottratto latte, il 26 e 27 luglio, un gruppo di duecento Partigiani, sotto il comando di Luigi Viano Bellandi, arrivò a Chivasso per attaccare le truppe tedesche di stanza presso la Caserma Giordana, arrivando dall’Alto Canavese.
Lungo il percorso, però, la colonna incontrò delle difficoltà, a causa dei bombardamenti che avevano distrutti il ponte sull’Orco e che costrinsero ad una deviazione, che fece perdere all’azione l’efficacia di un attacco notturno. Alle 5.30 i Partigiani aprirono il fuoco sulla Caserma Giordana, dove giunsero all’uscita dei soldati tedeschi che dovevano dare il cambio ai loro colleghi di guardia. I Partigiani furono costretti a ritirarsi nelle case vicine e poi a ripiegare lentamente verso la stazione, dove erano, intanto giunti dei rinforzi. Ma anche i tedeschi avevano chiesto aiuto e giunsero altri soldati da Monteu da Po, in treno. Intanto, alle 6.35, il Commissario Prefettizio aveva dato l’allarme e si dice che fu anche protagonista di uno scontro a fuoco avvenuto nel cortile del Municipio. Così, la zona compresa fra via Torino e la stazione divenne teatro di scontri, con i Partigiani che arretravano cercando di attraversare la ferrovia. Qui, lungo la massicciata in direzione Torino, che oggi si affaccia sul Parco del Mauriziano, persero la vita dodici giovani Partigiani, tutti ventenni o poco più. I loro nomi, si trovano sulla lapide ai piedi della croce, fra cui Silvio Brunetti, Ernesto Pagliero, Antonio Moretto, Filippo Carletti ed il vice comandante Ariodante Morgando che morì il 30 luglio all’Ospedale di Chivasso. Altri sette Partigiani furono impiccati al cavalcavia di Settimo Torinese”.


IL PROGRAMMA DELL'ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE

Frazione di CASTELROSSO

ore 8,30 ritrovo in Piazza Assunta con la posa corone al Monumento ai Caduti - Lapide Leandro Savia e Campo della Rimembranza.


CHIVASSO

ore 10 ritrovo in piazza C.A. Dalla Chiesa, posa corone, corteo lungo il percorso dei monumenti: Caduti di tutte le guerre, Caduti per la Libertà, Alpini, Marinai, Bersaglieri, F.lli Molinaro e Lapide dei Ferrovieri Caduti. Il corteo proseguirà poi per Via Eugenio Clara dove sarà intitolato il giardinetto pubblico, luogo della commemorazione, al partigiano Eugenio Banfo. Interverranno: il sindaco Libero Ciuffreda e il rappresentante dell’Anpi Angelo Boccalatte.

Flavio Giuliano

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di TorinOggi.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium