/ Economia e lavoro

Economia e lavoro | 19 settembre 2017, 15:28

Più della siccità è la burocrazia a "bruciare" il futuro dell'agricoltura piemontese

Coldiretti lancia l'allarme: troppi ritardi per la distribuzione delle risorse del Psr per giovani e innovazione. Ma in generale sono i fondi Ue che rischiano di "saltare", se non spesi nei tempi previsti

Più della siccità è la burocrazia a "bruciare" il futuro dell'agricoltura piemontese

Ancora una volta, più del clima e della diffusione di insetti o altri agenti patogeni, è la burocrazia a minacciare da vicino il nostro settore agricolo. E ancora una volta, sul banco degli imputati, ci finiscono i burocrati della Regione che non hanno ancora sbloccato procedure e tempi di pagamento per il Psr, il Piano di Sviluppo Rurale.
In particolare, a preoccupare gli addetti ai lavori sono le misure legate all'agroambiente, così come quelle sugli investimenti e sull'insediamento delle imprese condotte da giovani.

A farsi portavoce di questi timori è Coldiretti: "Il processo di sviluppo e di innovazione dell’agricoltura Made in Piemonte passa necessariamente dall’erogazione dei fondi previsti dal Psr – sottolineano Delia Revelli, presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, delegato confederale –. I nostri giovani sono pronti ad investire ed il tessuto imprenditoriale è in fermento, ma è necessario che la Regione velocizzi le procedure di istruttoria delle domande così da velocizzare la liquidazione dei premi. Oltretutto, l’intero settore agricolo sta vivendo un momento di criticità legato sia al clima che è passato, negli ultimi mesi, dalle gelate tardive di aprile, alla grandine fino alla siccità persistente, sia all’andamento incerto dei prezzi di mercato, soprattutto per alcuni comparti. La siccità, in particolare, ha investito l’intero territorio piemontese dall’alto Piemonte alle zone pianeggianti, comprendendo anche l’alta Langa, creando disagi sia alle colture che negli alpeggi dove, con lo scarseggiare dell’acqua e del foraggio, si è creato un vero pericolo per gli animali. Per tali ragioni il concretizzarsi dei contributi che spettano alle imprese rappresenterebbe una boccata d’ossigeno e darebbe un reale impulso all’economia piemontese ed al suo indotto”.

Le lentezze burocratiche e gli intoppi tecnici stanno, inoltre, facendo accumulare ritardi sempre più pericolosi nella distribuzione dei fondi europei. “Al momento, poco più del 6 per cento delle risorse previste dal Psr è stato utilizzato dalla Regione ed al termine del 2018 ci sarà una prima verifica da parte della Commissione Europea: il rischio è quello di non riuscire a spendere tutti i soldi che il Piemonte ha a disposizione entro i tempi corretti. Non è ammissibile perdere questa occasione quando proprio il Psr dovrebbe essere lo strumento per mettere in atto una virtuosa stagione di rinnovamento”, concludono Revelli e Rivarossa. 

Massimiliano Sciullo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di TorinOggi.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium