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Attualità | 26 settembre 2017, 14:18

Linea 6, la Circoscrizione 7 si oppone alla modifica

Molte perplessità sulla gestione con bus elettrici, meglio il tram per evitare ritardi e garantire una capienza sufficiente. Deri e Cremonini: “Proponiamo tre percorsi alternativi senza la necessità di interventi infrastrutturali”

Linea 6, la Circoscrizione 7 si oppone alla modifica

Gli interventi di GTT sulla Linea 6 stanno suscitando un dibattito all’interno della Circoscrizione 7. Tagliare la linea, infatti, significa eliminare un collegamento importante tra la prima collina e il centro della città. Ma se le necessità, sacrosante, sono quelle di renderla più efficiente, anche alla luce dello scarso utilizzo nel tratto dal Campus Einaudi in poi, allora il dibattito si sposta sulle soluzioni previste dall’azienda dei trasporti torinesi, su impulso della città. Soluzioni che non piacciono alla 7, che ha proposto, invece, tre percorsi alternativi.

Ma andiamo con ordine. Prima di tutto le critiche. La nuova linea 6 dovrebbe essere servita con bus elettrici, in modo da liberare tram, che saranno utilizzati su altre linee, come la 13 e la 16, rinnovando quindi il parco mezzi a disposizione.
“Il bus elettrico – contesta la Circoscrizione 7, pur plaudendo all’utilizzo di mezzi elettrici per diminuire l’inquinamento – non potrà fruire delle corsie preferenziali predisposte in terra battuta e in ciottolato per il tram. Ciò implicherà, soprattutto nei tratti come il ponte di corso Regina Margherita, significativi ritardi nel servizio”. Inoltre i bus elettrici non hanno piani di accesso ribassati e hanno una capienza dimezzata rispetto al tram.

Infine, resta la questione del cosiddetto “trincerone” di corso Gabetti, tagliato in due dalle ringhiere che dividono la strada dalle rotaie, che sarebbero quindi sotto utilizzate. I residenti chiedono da anni che vengano riaperte.

“La Circoscrizione 7 – hanno spiegato il presidente, Luca Deri, e la coordinatrice ai trasporti, Valentina Cremonini – ha proposto tre percorsi alternativi per la linea 6 (rispetto alle idee del Comune, ndr), mantenendo la gestione tramviaria senza la necessità di nuovi interventi infrastrutturali, con addirittura un percorso che toccherebbe le due stazioni di Porta Nuova e Porta Sussa. Invitiamo quindi l’assessora Lapietra a rivedere, dopo la sperimentazione, la propria decisione alla luce di queste considerazioni”.

Le proposte considerano sempre come capolinea di partenza e arrivo piazza Hermada, con l’attraversamento di corso Gabetti e corso Regina Margherita. Nella prima ipotesi, il 6 proseguirebbe fino in piazza della Repubblica, per poi svoltare su via Milano (come in precedenza), proseguendo però verso via Arsenale e corso Vittorio Emanuele. A quel punto, tornerebbe indietro, costeggiando Porta Nuova, fino alla nuova svolta in via Accademia Albertina, dalla quale, lungo via Po, giungerebbe in piazza Castello per scendere ai Giardini Reali, fino al Rondò Rivella, dal quale tornerebbe su corso Regina Margherita fino al capolinea.
Nella seconda ipotesi, invece, farebbe al contrario con la sola variante di piazza Carlo Felice, dove il tram svolterebbe per poi tornare indietro.

La terza ipotesi, infine, si avvicinerebbe a Porta Susa ed è molto simile al percorso precedente, con la differenza che, una volta giunto in via Cernaia, il tram svolterebbe su corso Vinzaglio per poi raggiungere corso Vittorio Emanuele e, da lì, tornare indietro lungo via XX Settembre fino all’incrocio con corso Regina Margherita.

Paolo Morelli

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