Il fotografo Ferdinando Scianna e il poeta Franco Marcoaldi dialogano sul rapporto fra scrittura e fotografia, a partire dal loro libro a quattro mani, edito da Contrasto, Di Bestie e di Animali. Con gli autori, al Circolo dei lettori, mercoledì 15 novembre, ore 18 le docenti Università di Torino Giuliana Ferreccio e Chiara Simonigh, introduce Walter Guadagnini, direttore Camera. L'incontro apre il convegno internazionale Soglie del visibile_Letteratura e fotografia, organizzato dal Centro studi Arti della Modernità (15-18/11, Università di Torino).
Di Bestie e di Animali è l’ampio affresco di una millenaria coesistenza tra essere umano ed essere animale. Nel corso degli anni Ferdinando Scianna ha puntato il suo obiettivo anche sugli animali che vivono con l’uomo. Allo stesso modo, nel corso della sua carriera di poeta e scrittore, anche molti versi di Franco Marcoaldi hanno avuto come protagonisti gli animali, domestici e non. Da questo sguardo comune verso il mondo animale è nato il libro, in cui le inconfondibili fotografie in bianco e nero di Scianna dialogano con le poesie edite e inedite dello scrittore e con una selezione di testi di altri autori tra cui Canetti, Berger, Coetzee, Cortázar, Kundera e Ortese.
«Le foto sugli animali sono lì da molti anni. Ci sono ritornato molte volte, ci ho persino imbastito un paio di mostre. Una, non per caso, aveva come titolo Bestie. È da un pezzo che sapevo che in un modo o in un altro dovevano diventare un libro». Parola di Ferdinando Scianna, che nel libro racconta animali veri – cani, pecore, mucche, capre, asini, pesci, gatti, cavalli – ma anche finti – di plastica, peluche, di marmo; vivi, ma anche morti – pescati, scuoiati, intrappolati, abbattuti. E ancora: cammelli che dormono abbandonati a terra esattamente come i loro padroni; bambini seminudi che cavalcano piccoli maiali, mentre uccelli o galletti compaiono appollaiati sulle loro spalle. Le fotografie pongono quindi sullo stesso piano bestie selvatiche e animali addomesticati, che, vivendo a stretto contatto con l’uomo, in qualche modo lo definiscono. I due autori sviluppano una riflessione che, ai giorni nostri, risulta essere necessaria, se è vero quanto ha scritto Elias Canetti: “Non ci si può immaginare come sarà pericoloso il mondo senza gli animali”.
«In questo strano libro scritto a quattro mani – racconta Franco Marcoaldi – o meglio, scritto assieme con la penna e con la luce – i maiali, i cani, le pecore, i pesci, i cammelli, i gatti, i cavalli che vi compaiono in foto, da animali si trasformano, per l’appunto, in bestie. Ovvero sono presentati come creature che nell’immediatezza del loro essere trovano il proprio fine e il proprio senso – creature, intendo dire, non addomesticabili dall’umana coscienza, che si autoaffermano nella pienezza del loro conatus essendi».
Ingresso libero fino a esaurimento posti