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Chivasso | 18 dicembre 2017, 18:21

Emodinamica a Chivasso, una possibilità aperta

Il direttore generale replica alle critiche sull'organizzazione del futuro ospedale

Emodinamica a Chivasso, una possibilità aperta

Non sono passate inosservate le dichiarazioni dell’Assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, e del Direttore dell’Asl To4, Lorenzo Ardissone, sull’organizzazione futura dei servizi sanitari sul nostro territorio e sul ruolo del nuovo Ospedale, fatte durante l’incontro del 13 dicembre scorso con i Sindaci della Zona Omogenea 10. Dichiarazioni che non hanno mancato di sollevare critiche ed alcune arrivano, per esempio, dall’associazione culturale Identità Comune. I vertici dell’Associazione rimarcano l’oggettività dei numeri, che smentirebbero le parole di Saitta e Ardissone, che hanno sottolineato come non ci sarebbe in atto nessun depotenziamento del nosocomio cittadino, in favore dei presidi ospedalieri di Ivrea e Ciriè. “I numeri dicono che il bacino dell’ospedale di Chivasso (ex ASL 7) è di 206.091 abitanti certificati dall’ISTAT al 31 luglio 2017, quello di Ivrea (ex ASL 9) è di 188.280 abitanti e quello di Cirié (ex ASL 6) è di 122.274 abitanti. I posti letto, dichiarati dalla direzione dell’ASL attuale sono: 207 a Chivasso, 263 a Ivrea e 255 a Cirié. Non solo ma a Chivasso mancano reparti fondamentali come l’emodinamica, l’urologia e l’oculistica che sono invece presenti a Cirié ed Ivrea. È quindi matematicamente ed oggettivamente vero che l’ospedale di Chivasso ha un bacino d’utenza molto più popoloso di quelli di Cirié ed Ivrea (testimoniato anche dal fatto che ha più passaggi in pronto soccorso) ed altrettanto inequivocabilmente vero che ha molti meno posti letto e servizi. Tra l’altro in questo computo non sono considerati i 118 posti letto del presidio di Lanzo che ricadono nel bacino di Cirié ed i 108 del presidio di Cuorgné che rientrano nel bacino di Ivrea: questi ulteriori posti letto fanno sì che le aree di Cirié e di Ivrea abbiano una dotazione di servizi e posti letto tale da rendere drammatico il divario con il bacino di Chivasso. E per ulteriore precisione bisogna dire che nel computo del bacino di Ivrea, prendendo i confini della ex ASL 7, sono inseriti anche comuni come Caluso e Mazzé che in realtà sono confinanti con Chivasso da cui distano la metà dei chilometri che li separa da Ivrea. Questi sono i dati reali ed oggettivi che dimostrano come l’ospedale di Chivasso purtroppo sia effettivamente la Cenerentola dell’ASL: come altrimenti si può definire il fatto che è l’ospedale con il bacino d’utenza di gran lunga più ampio e nello stesso tempo quello con il 25% in meno di posti letto (che diventano il 70% in meno se si considerano anche Lanzo e Cuorgné)? La verità la dicono i numeri e la conoscono anche troppo bene le migliaia di pazienti che dal Chivassese devono correre a Cirié, a Ivrea e persino a Cuorgné. Se questi numeri non cambiano nel senso che all’Ospedale di Chivasso non aumentano i posti letto ed i servizi, non basta l’apertura del nuovo edificio per dire che l’ospedale di Chivasso è sullo stesso piano di quelli di Ivrea e Cirié”.

Durante lo stesso, Saitta e Ardissone hanno fornito alcune indicazioni che possono, almeno in parte, fornire una risposta a queste critiche: per quanto riguarda il numero di posti letto, se è vero che Ivrea e Ciriè ne hanno di più, si calcola che, per quello che riguarda il bacino di utenza, a quelli del nosocomio chivassese vadano aggiunti anche quelli dell’Ospedale di Settimo Torinese. Per quanto riguarda, invece, il depotenziamento dei servizi, Ardissone aveva già annunciato, in un precedente incontro del 5 dicembre con gli amministratori locali, che si sta lavorando per riportare un servizio di Urologia a Chivasso, insieme all’Oculistica; Ardissone, sempre con riferimento alle notizie apparse sulla stampa locale, aveva anche smentito categoricamente l’intenzione di spostare il Day Surgery a Cuorgnè eventualità a cui si era pensato, ha spiegato il Direttore generale dell’Asl, per liberare sedute operatorie da dedicare ad interventi più complessi. Ipotesi però tramontata perché non avrebbe incontrato il parere positivo del personale stesso e sollevato numerose polemiche anche per quello che riguarda la difficoltà dei trasporti per chi deve raggiungere, dalle zone più di confine dell’Azienda sanitaria, il centro in cui effettuare l’intervento in giornata. Sul fatto che diversi centri come Caluso e Mazzè che dovrebbero fare riferimento ad Ivrea, ma anche come Cigliano oramai nel Vercellese, gravitino invece su Chivasso, andando ad aumentare la pressione sul Pronto Soccorso cittadino, è una realtà che durante l’incontro del 13 dicembre è stata evidenziata anche dal Presidente del Comitato di Chivasso della Croce Rossa, Bruno Borsano. Per l’Emodinamica, su sollecitazione dello stesso Presidente del Consiglio comunale, Gianni Pipino, Saitta e Ardissone avrebbero preso l’impegno a lavorare sull’ipotesi che vedrebbe un unico servizio di Emodinamica per l’Asl To4, ma con tre differenti sale, di cui una, sarà a Chivasso.

Annarita Scalvenzo

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