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Immortali | 27 febbraio 2018, 08:11

Il coraggio dei vigliacchi

La storia di questo controverso monumento, inizia a febbraio del 2014, durante la cena sociale del club, quando viene presentato il progetto per la sua realizzazione

Il coraggio dei vigliacchi

Il brutto, o il bello, dipende da che parte lo si vuol vedere, di essere contemporaneamente presidente del Museo del Grande Torino e giornalista, è di essere a conoscenza diretta di molti dei fatti e delle situazioni che gravitano attorno all’universo granata e di poterne scrivere con cognizione di causa e senza tema di smentita, sempre fatta salva la deontologia professionale che impone di sentire le fonti, in caso di dubbi. Ezio Sindici, presidente del Toro Club Borgaro, oltre che caro amico, mi è stato di aiuto per la controversa vicenda del monumento al Grande Torino di Borgaro.

La storia di questo controverso monumento, inizia a febbraio del 2014, durante la cena sociale del club, quando viene presentato il progetto per la sua realizzazione. Trattandosi di argomento sempre delicato e sensibile, Ezio e soci pensarono bene di sottoporre le loro idee a tutti, in modo da ottenere suggerimenti e anche critiche, se del caso, per realizzare un'opera quanto più rispettosa del sentimento di tutti e tanto più condivisa. Ricordo, per essere stato presente alla cena, che nessuno fece obiezioni o suggerì modifiche. Per maggior cautela, la presentazione dell'idea fu ripetuta a marzo, durante la presentazione di un libro, sempre a Borgaro, e nemmeno in questa sede furono sollevate obiezioni.

Il progetto partì e con una spesa di circa 3500 euro, tutti a carico del Toro Club, il monumento venne realizzato e il quattro maggio dello stesso anno, in occasione del 65 anniversario della tragedia, venne inaugurato, alla presenza delle autorità, di molti familiari delle vittime e di un gran numero di cittadini, tra fragorosi applausi.

E qui finiscono le note liete, per lasciar posto a quelle dolenti, anzi, stridenti.

Sempre più persone, che in fase progettuale si erano ben guardate dal sollevare obiezioni, iniziarono a descrivere il monumento come “opera di cattivo gusto” e a criticarla in maniera sempre meno strisciante è sempre più palese. Il coro si ingrossò via via, perché sappiamo bene che il costume italiano prevede così, ovvero di accodarsi a chi grida più forte. Da più parti venne chiesta la rimozione del monumento, o una sua radicale modifica. Motivo del contendere, la coda dell’aeroplano che spunta dal muretto a rappresentare l'attimo dello schianto contro il terrapieno di Superga. Sicuramente una immagine molto forte, ma in fondo di questo si trattò. I trentuno a bordo dell'aereo non morirono di fame o annegati. Perdonatemi se uso un linguaggio volutamente duro e forse provocatorio, ma questa è la realtà dei fatti e girarci intorno, per un falso senso del pudore o per un improvviso perbenismo, non ha alcun senso.

Le polemiche infuriarono fintanto che, complice anche un deterioramento dell'opera, l'amministrazione cittadina di Borgaro decise di prendere in mano la situazione e procedere ad un restyling sostanziale, rimuovendo l'aereo per rimpiazzarlo con una lastra in alluminio, recante la foto degli Immortali ed i loro nomi. L'annuncio venne dato a dicembre 2017, durante una serata del club cui, tanto per cambiare, ero presente e ricordo di aver fatto i miei complimenti ai due rappresentanti delle istituzioni borgaresi presenti, il capogruppo di maggioranza Ponchione e l'assessore allo sport Chiancone, perché in periodi in cui i comuni dismettono, loro si erano invece fatti carico di un restauro così meritorio. Contestualmente Sindici annunciava che il Toro Club avrebbe affiancato il comune con un aiuto economico, sotto forma di donazione, per la realizzazione del restyling.

L'inaugurazione del monumento rivisto e restaurato è prevista per il quattro maggio 2018. Insomma, la vicenda si sta avviando a conclusione su binari condivisi ed accettabili per ogni componente della società civile del comune.

Tutti felici? Macché.

Nella notte tra mercoledì 21 e giovedì 22 febbraio, mani sacrileghe ed ovviamente ignote, hanno danneggiato la coda dell'aereo presente nel monumento.

Come al solito, diverse sono le domande che affiorano.

Innanzitutto perché? Il Grande Torino ha rappresentato un vanto per l'Italia intera, non solo per quella di fede granata e quindi dovrebbe essere un valore condiviso da tutti. Inoltre anche l'aspetto estetico è in fase di soluzione, con la modifica così caldamente richiesta da perbenisti e pudici, dunque perché accanirsi?

Ma soprattutto chi? In un comune come Borgaro, che ad ogni ingresso ostenta la targa “Comune cideosorvegliato - progetto città sicura”, certi fatti non dovrebbero accadere o perlomeno si dovrebbero conoscere i colpevoli a stretto giro di posta. Invece i vigliacchi non hanno, al momento, un nome o un volto. Non so se le indagini siano a buon punto o meno e a dirla proprio tutta, non so nemmeno se voglio veramente sapere chi sia stato. La possibilità di sgradite e sgradevoli sorprese aleggia nell'aria e tenersi uno straziante dubbio è meglio che avere una penosa conferma.

Se è vero che c'è una giustizia ultraterrena, lascio a questa il compito di perseguire i vigliacchi ed ignoranti che hanno compiuto questo gesto infame.

A loro, invece, auguro una lunga vita, che gli consenta di capire l’infamia del loro gesto e di pentirsene. La speranza, in questo caso nella ragione e nel sentimento, è sempre l'ultima a morire.

Domenico Beccaria

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