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Economia e lavoro | 15 maggio 2018, 14:08

Embraco, da Roma la buona notizia: tutti salvi i lavoratori, a giugno si riparte

Confermati al Mise gli interessamenti di Astelav e del gruppo cino-israeliano, che ha svelato la sua identità: "Ventures productions". Gli stranieri hanno fretta: in due settimane lo stabilimento comincerà a operare

Embraco, da Roma la buona notizia: tutti salvi i lavoratori, a giugno si riparte

Da Roma è arrivata la notizia che si aspettava ormai da mesi: i lavoratori Embraco sono salvi. Tutti. Non si farà nemmeno un licenziamento. E dal 1° di giugno le macchine dovrebbero rimettersi in moto, archiviando mesi di lotta, ma anche di dolore e sofferenze per quasi 500 lavoratori e le loro famiglie.

Al Mise - alla presenza ancora del ministro Carlo Calenda, che per le incertezze delle forze politiche vincenti alle urne è riuscito a seguire fino alla fine questa vicenda - si sono confermati i due interessi che già erano noti. I due gruppi pronti a subentrare a Riva di Chieri sono Astelav (che si occupa di rigenerazione di elettrodomestici e dovrebbe occupare circa una 40ina di lavoratori fuoriusciti da Embraco) e il gruppi cino-israeliano che ha finalmente svelato la sua identità.

Si tratta di Ventures productions e abbina un'anima cinese (di cui è proprietario direttamente il governo) a quella israeliena. Sono attivi nel mondo della depurazione dell'acqua, ma in questo caso vogliono puntare sull'ex Embraco per aprirsi a un mercato nuovo e - al momento - non presidiato: quello della pulizia dei pannelli fotovoltaici. L'asso nella manica è l'elevatissima autonomia (intelligenza artificiale) di cui sono dotati questi droni-robot incaricati di pulire i pannelli, grazie a un software di cui VP è proprietaria.

Inoltre, si ritiene che accanto all'assenza di concorrenti in quest'ambito, il fatto di produrre in Italia e dunque in Europa possa garantire un'ampia marginalità all'azienda. In pratica, il paradigma di Embraco completamente ribaltato. L'essere a Riva di Chieri diventa il valore aggiunto.

Peraltro, i nuovi gruppi hanno fretta. Anzi, si sussurra che sia addirittura emerso del rammarico per essere quasi "in ritardo" rispetto alle speranze originarie. E il piano industriale - con scadenza 2020 - ha incontrato l'apprezzamento sia dei sindacati presenti (Uilm e Fiom, in particolare) che dal ministro Calenda. Addirittura, accanto all'assenza di licenziamenti, fatti salvi coloro che hanno scelto di andarsene sfruttando gli incentivi a disposizione, non si esclude che dopo il 2020 si possa addirittura procedere a nuove assunzioni. Inizialmente (l'obiettivo è partire il 1° giugno, dunque tra poco più di due settimane) le persone assunte saranno 90, ma la prospettiva è di salire in poco tempo a 370.
Il gruppo vuole installare nel sito un centro di progettazione con 35 Ingegneri. Ha già l'idea di migliorarli x diversificarne l'impiego, e aprirsi ad altre aziende operanti in campi diversi. L'investimento sarà di 20 milioni, fra macchinari e formazione del personale.

Venerdì, all'Unione Industriale di Torino, l'ultima riunione tra sindacati e azienda per limare e formalizzare gli ultimi accordi, in modo che i lavoratori - accanto al posto - non perdano neanche i diritti pregressi.

Massimiliano Sciullo

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