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Attualità | 15 giugno 2018, 19:23

"Grazie a qualità e garanzia dell'origine, +5% di richeste di carne"

La sottolineatura di Coldiretti Piemonte, in occasione della Giornata nazionale della bistecca al Villaggio di Torino

"Grazie a qualità e garanzia dell'origine, +5% di richeste di carne"

Storica inversione di tendenza con l’aumento di oltre il 5% della spesa delle famiglie italiane per la carne nel 2018, il valore più alto degli ultimi sei anni che avevano fatto registrare un brusco calo dei consumi. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Ismea relativi al primo trimestre del 2018 divulgata in occasione della Giornata nazionale della bistecca al Villaggio della Coldiretti a Torino che coinvolge Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta.

L’aumento dei consumi riguarda tutte le diverse tipologie di carne da quella di pollame (+4%) a quella di maiale (+4%) fino a quella bovina (+5%) che fa registrare il maggior incremento nel primo trimestre rispetto all’anno precedente, in un quadro di sostanziale stagnazione della spesa alimentare (+1,4%). Si assiste ad una decisa svolta verso la qualità con il 45% degli italiani che privilegia quella proveniente da allevamenti italiani, il 29% sceglie carni locali e il 20% quella con marchio Dop, Igp o con altre certificazioni di origine secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.

“La domanda di qualità e di garanzia dell’origine ha portato – sottolineano Fabrizio Galliati vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – ad un vero boom nell’allevamento delle razze storiche italiane da carne che, dopo aver rischiato l’estinzione, sono tornate a ripopolare le campagne. In Piemonte la zootecnia da carne conta numeri importanti e le aziende che allevano la razza bovina Piemontese sono 6 mila con 15 mila addetti, oltre 315 mila capi ed un fatturato che arriva a 500 milioni di Euro e per l'intera filiera, comprendente 15 mila addetti, il fatturato arriva a 500 milioni di Euro".

"Con lo storico riconoscimento dell’Igp per il Vitellone Piemontese della Coscia – proseguono Galliati e Rivarossa - abbiamo ottenuto non solo uno strumento per la valorizzazione di un prodotto che ci rappresenta oltre i nostri confini, ma anche la possibilità di dare ai consumatori garanzia di qualità e tracciabilità. La conoscenza delle caratteristiche specifiche dei diversi tipi di carne è diventato un valore aggiunto che arricchisce l’offerta enogastronomica nella ristorazione. Una domanda di trasparenza che va soddisfatta estendendo l’obbligo di indicare la provenienza sulle tavole della diverse forme della ristorazione poiché, al momento, l’obbligo dell’etichetta di origine per la carne vige solo per il commercio al dettaglio”.

c.s.

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