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In Breve

| 15 luglio 2018, 12:15

Un giovanissimo Mozart a spasso per Torino, ecco tutti i particolari di un pezzo di storia che non molti conoscono

E' il 14 gennaio del 1771. Una carrozza proveniente da Milano si ferma di fronte all'ingresso dell'Osteria della Dogana Nova, oggi Hotel Dogana Vecchia. Siamo in via della Contrada dell'Albero Fiorito, odierna via Corte d'Appello....

Un giovanissimo Mozart a spasso per Torino, ecco tutti i particolari di un pezzo di storia che non molti conoscono

L'altro giorno, scorrendo i titoli dei libri su una bancarella dell'usato in via Po, mi sono imbattuto in un volume a fumetti dal titolo Mozart a Torino. Incuriosito ho cominciato a sfogliare le pagine dell'albo, disegnato e sceneggiato da Maurizio Galia su testi dell'esperto mozartiano Fabio Zeggio. Realizzato nel 2013 a seguito della fortunata mostra sul compositore inaugurata due anni prima presso l'Hotel Dogana Vecchia, il volume racconta le vicende occorse ai due Mozart, padre e figlio, durante la loro permanenza a Torino nel 1771. Al di là della perizia con cui sono stati riprodotti gli ambienti cittadini grazie alla consultazione di originali vedute d'epoca, agli autori va riconosciuto l'impegno con cui sono riusciti a ricostruire in modo sintetico ma esaustivo una pagina poco conosciuta della vita del compositore austriaco, che, per poco più di due settimane, soggiornò con padre e sorella nella nostra città.

E' il 14 gennaio del 1771. Una carrozza proveniente da Milano si ferma di fronte all'ingresso dell'Osteria della Dogana Nova, oggi Hotel Dogana Vecchia. Siamo in via della Contrada dell'Albero Fiorito, odierna via Corte d'Appello, a pochi passi dall'attuale Piazza della Repubblica, nota oggi per essere la sede del mercato all'aperto più grande d'Europa, il Mercato di Porta Palazzo.

Dalla carrozza scendono Herr Leopold Mozart, il figlio quattordicenne Wolfgang Amadeus, il cui talento è già riconosciuto in tutta Europa, e la sorella di quest'ultimo, anch'essa pianista, Marianna detta Nannerl (vezzeggiativo con cui è poi passata alla storia, corrispondente al nostro Nannarella).

I tre sono impegnati in un tour europeo che li porta ad esibirsi di corte in corte, al fine di trovare qualche mecenate disposto a finanziare la carriera di Volfango Amedeo (come viene chiamato in Italia il giovane Mozart).

Hanno appena soggiornato a Milano per quasi un anno, tempo in cui Wolfgang ha musicato l'opera Mitridate, Re di Ponto, su commissione del Teatro Ducale di Milano, all'epoca uno dei più importanti d'Italia. La riscrittura mozartiana dell'opera divide cantanti e critici, alcuni dei quali devoti alla precedente versione di Quirino Gasparini, compositore italiano allora al culmine della maturità artistica. Ad ogni modo, la fatica mozartiana riscuote un incredibile successo presso il pubblico, tanto che Leopold è convinto che i Savoia commissionino un'opera al figlio, anche grazie all'interessamento del conte Carlo Firmian, Ministro plenipotenziario di Maria Teresa d'Austria a Milano. Quest'ultimo scrive infatti una lettera al Conte Giuseppe Lascaris di Ventimiglia, nobile imparentato coi Savoia e a loro molto vicino, tanto da venir fatto Viceré di Sardegna nel 1777.

Nella missiva si chiede a quest'ultimo di intercedere a favore del giovane compositore austriaco presso il re Carlo Emanuele III, affinchè gli venga affidata la composizione di un'opera per il Teatro Regio, a quei tempi uno dei più vivaci e prestigiosi d'Europa.

I tre Mozart partono così alla volta di Torino, dove il re, convinto dal Lascaris, accoglie prontamente la loro richiesta, rimandando però l'occasione per la realizzazione di un'opera torinese mozartiana al Carnevale successivo, essendo già state affidate a Gasparini e Paisiello quelle per il Carnevale che si sarebbe tenuto di lì a qualche settimana.

Appena ricevuta la risposta del re, i tre Mozart fanno baracche e burattini e tornano a Milano. Qui, a sorpesa, viene assegnata a Wolfgang la composizione del Lucio Silla, impegno che lo occuperà a lungo, impedendogli di realizzare l'opera promessagli da Carlo Emanuele III per l'anno successivo.

La parentesi torinese di Mozart, compresa nelle circa due settimane e mezzo che vanno dal 14 al 31 gennaio del 1771, si risolve così in un nulla di fatto. Sulla facciata dell'albergo in cui Mozart dimorò per quel breve lasso di tempo (oggi significativamente noto come “Albergo di Mozart”) è stata posta una lapide commemorativa e, a ulteriore riprova dell'amore che i torinesi nutrono per la storia della propria città, nei giorni in cui Mozart vi soggiornò, Torino lo celebra oggi con una kermesse di 24 ore, la Mozart Tag und Nacht, grazie a cui si può assistere ad alcuni concerti di musica mozartiana disseminati per le vie del centro.

Davide Raimondi

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