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Attualità | 18 luglio 2018, 10:03

Cos’è Ethereum Classic

Tra le dieci criprovalute più famose e scambiate al mondo ce ne sono diverse con nome simile. Troviamo infatti il celeberrimo Bitcoin, ma anche il Bitcoin Cash oppure Ethereum e Ethereum Classic

Cos’è Ethereum Classic

Si tratta a tutti gli effetti di criptovalute differenti, ma che nascono dallo stesso progetto e dal medesimo codice, cioè dalla stessa blockchain. Nel gergo delle criprovalute le operazioni che portano alla scissione di una criptovaluta in due differenti (ma simili) si chiamano “hard fork”. Quando questo avviene, la blockchain – che può essere rappresentata come una catena di blocchi contenenti informazioni – dopo un determinato blocco viene divisa in due parti. Si viene a creare quindi una nuova catena che avrà regole diverse da quella originale.

Proprio questo è quello che è successo ad Ethereum. La criptovaluta sviluppata per la creazione di contratti intelligenti (smart contract) è stata oggetto di un hard fork che ha portato alla creazione di due versioni: da una parte la criptovaluta con il codice modificato, chiamata semplicemente “Ethereum” (ETH) e dall’altra quella con il codice originale, chiamata “Ethereum Classic” (ETC). Da quel momento le due criptovalute hanno iniziato ad operare in modo distinto l’una dall’altra. Per gli investitori si sono aperte nuove incognite: perché investire in Ethereum anziché puntare sugli Ethereum Classic?

Prima di tutto occorre comprendere gli eventi che hanno portato alla scissione, originati da un attacco hacker. Nel giugno del 2016 sono stati rubati circa 3,6 milioni di Ethereum (per un controvalore di circa 50 milioni di dollari al cambio di allora) dall’account del fondo venture capital “DAO” (Decentralized Autonomous Organization). Questo fondo era realizzato su Ethereum con l’intenzione di investire in progetti utilizzando gli smart contract. Dopo l’attacco, la community di Ethereum discusse a lungo l’azione da intraprendere per ovviare al problema e per evitare attacchi simili in futuro. La decisione presa fu appunto un hard fork nel codice con una nuova catena che permettesse di restituire gli Ether rubati azzerando di fatto l’attacco hacker. Una parte della comunità Ethereum rifiutò però il nuovo Ethereum sul principio della immutabilità, cioè la regola non scritta secondo la quale la blockchain non può essere cambiata. Questi fedelissimi continuarono quindi ad utilizzare il codice originale, che tiene conto del furto subito dal fondo DAO (cioè non vennero restituiti gli Ether sottratti).

Alla luce di ciò si può dire che Ethereum Classic sia una versione originale e “pura” dell’Ethereum, cioè senza influenze successive e aggiornamenti del codice. C’è da dire che la versione Classic è una versione alternativa dell’Ethereum (ETH), così come il prezzo del Ethereum Classic (ETC), che è diverso da quello dell’ETH e alcuni la considerano un tentativo di affossare il progetto Ethereum. Il progetto Ethereum Classic non viene quindi portato avanti dagli sviluppatori ufficiali, ma da un gruppo di sviluppatori che ha deciso autonomamente di supportare il progetto. Per coerenza ideologica, comunque, Ethereum Classic non può ricevere aggiornamenti di nessun tipo.

Proprio la fedeltà della sua comunità al progetto originale ha consentito a questa criptovaluta di raggiungere una elevata popolarità e una buona capitalizzazione di mercato. Il fatto che non sia stato modificato per risolvere eventuali bug lo rende però più vulnerabile ad attacchi hacker rispetto all’Ethereum normale. Ad esempio, la nuova tecnologia Proof of Stake (PoS) non è disponibile per Ethereum Classic. Inoltre, il fatto di essere una criptovaluta famosa e molto scambiata, la rende oggetto di truffe ed attacchi informatici. Per questo è sempre necessario investire attraverso piattaforme affidabili e regolamentate.

c.s.

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