Economia e lavoro - 16 ottobre 2018, 13:45

FCA, Fiom fuori dai cancelli di Mirafiori per chiedere chiarezza: "Il Polo del Lusso rischia di suonare una definizione ironica" (FOTO e VIDEO)

Incontro con i lavoratori alla porta 2. Bellono: "Servono investimenti, soluzioni per il 2019 e sindacati che non lottino tra di loro, ma che chiedano la stessa cosa". I timori coinvolgono anche Maserati a Grugliasco

FCA, Fiom fuori dai cancelli di Mirafiori per chiedere chiarezza: "Il Polo del Lusso rischia di suonare una definizione ironica" (FOTO e VIDEO)

È una voce al microfono, quella di Federico Bellono, segretario provinciale di Fiom CGIL, che racconta ai lavoratori che entrano ed escono dalla storica Porta 2 di Mirafiori una storica che conoscono fin troppo bene. Una manifestazione, accompagnata da volantinaggio, che però è necessaria per tenere acceso i riflettori su una situazione che sembra non sbloccarsi.

"La questione di FCA non è risolta. Lo sanno i lavoratori dentro la fabbrica, ma fuori forse l'impressione è diversa", dice Bellono. "Alla Carrozzeria in questi giorni l'azienda sta prendendo tempo, ma ci chiediamo come si pensi di gestire la situazione per tutto il 2019. Anche perché è difficile immaginare un nuovo modello sulle linee di montaggio prima di 18-24 mesi. E anche a Grugliasco si lavora al massimo due settimane al mese. È difficile pensare che si possa andare avanti in questo modo".

E mentre i lavoratori, molti dei quali in tuta Maserati, si avvicinano ai cancelli, l'appello dei sindacalisti riguarda proprio questi marchi. "Per tutto questo abbiamo chiesto un incontro con il nuovo responsabile Emea, Pietro Gorlier. E parlare di Polo del Lusso suona quasi ironico, visto che si lavora su pochi modelli e a marchio Maserati", dice ancora il segretario di Fiom CGIL Torino.

Il pensiero, poi, va anche a una forma di dialogo che riesca a essere maggiormente incisiva, sia nei confronti del Gruppo che verso le istituzioni. "Sarebbe importante se tutti i sindacati si presentassero agli incontri chiedendo la stessa cosa. Senza farsi le scarpe gli uni con gli altri. Anche perché la questione non riguarda solo la Carrozzeria di Mirafiori, ma anche Magneti Marelli. In passato è stato detto che sarebbe rimasta nell'alveo di Fca, pur entrando in borsa. Mentre ora sembra prevalere l'ipotesi della vendita, con interlocutori giapponesi e un fondo che prima era in orbita Nissan. È una situazione di grande incertezza, come conferma anche la scelta di spostare mille lavoratori a Grugliasco, difficile da gestire e con il solo obiettivo di sfruttare i contratti di solidarietà. Senza investimenti rischiamo una morte lenta degli stabilimenti torinesi".

Il vero nemico, insomma, è il silenzio. "Che se dovesse continuare, richiederebbe nei confronti dell'azienda e del governo una forma di manifestazione come quelle che realtà più piccole come Embraco e Comital hanno dimostrato essere incisive. Non bisogna delegare ad altri e poi lamentarsi che gli altri non fanno".

Massimiliano Sciullo

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