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Attualità | 24 novembre 2018, 12:58

A Torino apre Bistrani, il primo bistrot gestito da persone con autismo

Inaugurato il progetto di inserimento lavorativo dell'associazione Autismo e Società ONLUS: sette, in totale, le ragazze e i ragazzi che lavoreranno nel nuovo spazio di Via Sassari

A Torino apre Bistrani, il primo bistrot gestito da persone con autismo

È stato inaugurato ufficialmente ieri sera, a un mese dall'apertura, Bistrani, il primo bistrot in Piemonte a essere interamente gestito da persone con autismo coinvolte attraverso progetti educativi, occupazionali e di vero e proprio inserimento lavorativo.

Saranno sette, in totale, le ragazze e i ragazzi che si alterneranno nelle mansioni della caffetteria-vineria con annessa tavola calda; l'inizio dell'attività è stato anticipato da un periodo di formazione.

Bistrani è ideato dall'associazione Autismo e Società ONLUS, presieduta da Cristina Calandra: “Siamo partiti dal presupposto - spiega – che le persone autistiche non siano adeguatamente considerate né a livello lavorativo né come potenziali clienti di un'attività commerciale; per questo abbiamo pensato a un luogo e a un'attività dove tutti possano esprimere le proprie potenzialità e, contemporaneamente, sentirsi a proprio agio in una dimensione di contatto con la realtà fondamentale per sviluppare l'autonomia e la relazione”.

Dietro alla nascita del progetto c'è anche un incontro illuminante che ha coinvolto più famiglie: “Lo scorso febbraio - continua Calandra – ho incontrato il papà di una ragazza autistica alla ricerca di una tabaccheria con l'obiettivo di coinvolgerla in un'attività alternativa al centro diurno. Dopo pochi mesi sono nati, in due locali adiacenti, Il sogno di Eli e Bistrani: forse, per la prima volta, si potrà parlare di un progetto sociale che riqualifica un quartiere”.

Per destreggiarsi nei meandri degli inserimenti lavorativi delle persone con disabilità, i promotori si avvalgono della collaborazione dell'associazione E.L.I.S.A. Nuove Abilità, che seguirà barman e camerieri attraverso i propri operatori: “Viste le difficoltà – spiegano la psicologa Emanuela Manna e l'educatrice Alice Cracco – ad inserirsi nel mondo del lavoro, i ragazzi percepiscono Bistrani come un'oasi nel deserto, la possibilità di dimostrare a tutti di poter far parte di un progetto strutturato. Siamo sicure che quest'esperienza sarà importante sia dal punto di vista educativo che esistenziale, ricordando che siamo di fronte a persone che rispettano perfettamente le regole e gli orari di lavoro”.

Questa visione è confermata anche dalle parole di un genitore presente all'inaugurazione: “Da quando ha iniziato qui - afferma – mio figlio è più sicuro, sereno, allegro, aperto verso gli altri e soddisfatto della propria vita. Questa esperienza lo sta portando nella realtà, per questo spero possa durare nel tempo e diventare qualcosa di più stabile”.

Marco Berton

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