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Attualità | 07 dicembre 2018, 18:30

Un anno di Nesta Italia a Torino, dalla "maschera" che combatte il dolore con i bambini del Regina Margherita alle nuove sfide dell'innovazione sociale

Zappalorto: "Non imponiamo soluzioni dall'alto, ma stimoliamo idee". Calderini: "Non era scontato che scegliesse Torino, ora è una grande opportunità per un territorio con una grande domanda di bisogni e un ciclo industriale al tramonto"

Un anno di Nesta Italia a Torino, dalla "maschera" che combatte il dolore con i bambini del Regina Margherita alle nuove sfide dell'innovazione sociale

Un dispositivo di realtà virtuale che, a mo' di maschera, permette di combattere con il gioco il dolore al fianco dei piccoli pazienti del Regina Margherita, ma anche nuove app per soccorrere i pazienti cardiopatici. Ma il potenziale che l'innovazione può esprimere a livello sociale è enorme e riguarda anche altre aree non immediatamente "profit" come arte, istruzione e così via. Tutte risposte che possono arrivare a domande sociali che sono sempre più impellenti.

Lo sa bene Nesta Italia, che compie un anno e, dopo aver messo radici a Torino, al suo primo giro di boa si guarda indietro e fa un primo bilancio della sua navigazione nell'innovazione sociale, in stretto contatto con la Compagnia di San Paolo e non solo.

"Tutto comincia nel 1998 con Nesta UK sotto il governo di Tony Blair e con una cospicua donazione per indagare temi come creatività e innovazione al di fuori dei luoghi tradizionali - racconta Marco Zappalorto, ceo di Nesta Italia -. Una sorta di braccio sperimentale e innovativo del governo che si è specializzato su istruzione e sanità, ma non solo".

Sotto il governo Cameron Nesta divenne una realtà indipendente dal Governo diventanto una fondazione regolata dalla Charity commission che impose vincoli all'uso dei fondi. Ma proseguendo su attività che non siano vincolate al profitto, ma che non siamo nemmeno completamente a fondo perduto, creando però utilità per il sociale.

Nesta Italia si dedica in particolare ad arte, salute e invecchiamento della popolazione, istruzione e così via. Sostenendo attività di start up con queste ricadute sociali fino a quando non riescano a camminare sulle proprie gambe. "Ma non imponiamo scelte dall'alto, piuttosto stimoliamo le idee per poi selezionare le migliori", dicono da Nesta.

"Un esempio è la app per cardiopatici che individua la presenza di defibrillatori sul territorio. Alla app si registrano sia persone che soffrono di patologie cardiopatiche che soccorritori. In caso di necessità, il paziente chiede aiuto, il soccorritore localizza il defibrillatore e va in soccorso del paziente. Il soccorritore, con la app, impiega circa un minuto e mezzo per raggiungere il paziente, 5 e mezzo meno rispetto all'ambulanza. E allora si è deciso di investire nel modello fino a quando la app non è stata acquiststa dal sistema sanitario nazionale in Inghilterra e ora è stata declinata anche in Australia, Usa e Singapore", racconta Zappalorto. "E intendiamo replicarlo anche in Italia".

Al Regina Margherita di Torino, invece, c'è una maschera che si chiama Tommi per distrarre con giochi e realtà virtuale il bambino mentre è sottoposto a esami e pratiche dolorose. "In base alle scelte del bambino nel gioco, si può anche dedurre quanto l'esame sia doloroso o invasivo per il bambino", commenta Il ceo di Nesta Italia. "La convinzione è che l'intelligenza collettiva possa fornire molte più soluzioni ai problemi di quanto non possano fare i singoli".

E dopo un anno la scelta di avere una sede in Italia e a Torino non ha dato rimpianti. "Qui si fa molta innovazione e ci sono grandi cambiamenti e attività a livello sociale. È una città da sempre all'avanguardia, a livello industriale, ma non solo. E che ha sempre saputo reinventarsi". "Ma che presenta anche le criticità tipiche delle grandi città europee - continua Zappalorto - come immigrazione, spazi vuoti e così via. Qui si possono trovare capitali, ma anche acceleratori e strumenti per fare di Torino un esempio a livello europeo".

"La scelta di Nesta di venire a Torino non era scontata, piaceva anche ad altre realtà - commenta Mario Calderini, docente del Politecnico di Milano e membro del cda di Nesta Italia - ed è un bene per un territorio che non ha più un'impronta fordista e una grande attività trainante poter godere del valore che scarica a terra un leader quasi monopolista dell'innovazione sociale a livello internazionale. Essere in grado di attirare così tante risorse economiche è fondamentale".

Il mercato dei bisogni sociali è imponente : "Sono 107 miliardi di euro di spese all'anno delle famiglie italiane che non trovano risposte nel welfare. È una domanda interna e non rischia la delocalizzazione - continua Calderini - mentre tante start up si stanno ibridando e dedicando a questo settore e questo mercato. Il tutto con una finanza disponibile a far crescere queste imprese".

Da questo spunto è anche nato Hackability, che ha unito persone con disabilità e designer nella co-creazione di elementi e servizi che possano fornire soluzioni alle necessità. "Ma anche solo creare una rete e avvicinare persone con problemi simili è un risultato importante", dice Zappalorto.

Ma anche istruzione e arte possono trovare la propria declinazione sociale nell'inclusione di fasce sociali che altrimenti rischierebbero l'esclusione. Ma anche il commercio, con la grande distribuzione, sta guardando al blockchain per la tracciabilità dei prodotti e, di conseguenza, anche la destinazione delle risorse verso i produttori.

Massimiliano Sciullo

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