Ancora 4 giorni di attesa, poi, quella di lunedì, dovrà essere la giornata decisiva per scrivere la parola fine (possibilmente lieto fine) sulla vicenda Comital-Lamalu.
Lo dicono i sindacati maggiormente coinvolti nella vicenda, ovvero Fiom e Uilm, che affiancano comprensibili timori per le sorti dei lavoratori alla speranza che questo ennesimo rinvio possa portare a qualcosa di buono.
“Abbiamo più volte manifestato come in questa vicenda sia prioritario l’aspetto temporale, e che il continuo tergiversare o rimandare, creando ulteriori disagi economici ai lavoratori, non è più accettabile - commentano Dario Basso, segretario della Uilm di Torino e Ciro Di Dato, responsabile di zona per la Uilm -. Lunedì 17 non potremo tollerare alcun tipo di aggiornamento o di rinvio, perché ricordiamo che l’iter burocratico per attivare la cassa non è così immediato e si rischia di lasciare i lavoratori senza reddito per un ulteriore periodo. Sarebbe preoccupante se lunedì i curatori fallimentari ci comunicassero che le rassicurazioni fornite dal governo non sono praticabili. Passerebbe il messaggio che l’Italia è governata come una Babele, dove neanche l’esecutivo garantisce l’affidabilità dei provvedimenti che emana”.
"Il rinvio è anche condivisibile - aggiungono Federico Bellono e Julia Vermena di Fiom-Cgil - nella misura in cui dia modo e tempo alla curatela di verificare i contenuti della circolare del governo. Tuttavia, questo deve portare alla formulazione presso il giudice del tribunale di Ivrea di una richiesta che possa venire accolta, per la cassa integrazione. Va bene evitare passi affrettati, ma bisogna avere la certezza, lunedì, di uscire dall'incontro con un accordo". Anche perché, una volta archiviata la questione ammortizzatori sociali, resta aperta quella del futuro. "Bisognerà concentrarsi sul tema della vendita e sulla prospettiva industriale, in relazione al nuovo bando che era stato annunciato dai curatori fallimentari per dare un futuro al sito produttivo".