Politica - 12 dicembre 2018, 12:42

Torino, Consiglio aperto su auto: FCA non ci sarà

Boeti: "L'azienda me lo ha comunicato due minuti fa. Devo tornare in Consiglio regionale e convocare i capigruppo per capire se a questo punto ha ancora senso farlo". Chiamparino: "Annullamento decisione saggia". Intanto Anfia, Unrae e Federauto si appellano a Di Maio

Torino, Consiglio aperto su auto: FCA non ci sarà

Fca non ci sarà al Consiglio aperto sul settore automobilistico convocato per domani in Città Metropolitana. Ad annunciarlo il presidente del Consiglio regionale Nino Boeti, alla presentazione del progetto TO-Housing.

"Fiat Chrysler - ha spiegato Boeti - mi ha comunicato che non ci sarà al Consiglio aperto sul settore auto: devo tornare quindi in Consiglio regionale e convocare i capigruppo per capire se ha senso farlo".

All'origine del rifiuto, come spiega il responsabile delle attività europee di Fca Pietro Gorlier in una lettera inviata al Consiglio regionale, l'ecotassa che è in discussione in questi giorni al governo. "Il sistema di bonus-malus -spiega - inciderà significativamente sulla dinamica del mercato, in una fase di transizione del settore estremamente delicata, modificando le assunzioni alla base del nostro piano industriale". "Se tale intervento fosse confermato fin dal 2019 - aggiunge - si renderà necessario un esame approfondito dell'impatto della manovra e un relativo aggiornamento del piano".

Per il Presidente della Regione Sergio Chiamparino si tratta di una "decisione saggia, quella di annullare e rinviare il Consiglio congiunto a quando si sarà consolidato uno scenario. Quello che inquieta - ha precisato il Governatore - è l'incertezza generale su FCA e intero mondo dell'auto e, in ultima istanza, i consumatori". "Non c'è certezza - ha aggiunto - da parte del Governo su un settore strategico per il Piemonte così come altre regioni italiane. E il rischio è che si debba rivedere i piani presentati dal Lingotto nelle scorse settimane, che forse non risolvevano del tutto i problemi, ma erano una direzione incoraggiante anche sul fronte dell'innovazione". "Alle incertezze sulla Tav si aggiungono quelle sull'auto e questo non depone a favore del futuro della nostra regione. Speriamo si possano dissipare entrambe", ha concluso Chiamparino.

Molto duro, ma sia nei confronti di Fca che del Governatore del Piemonte, è stato Giorgio Bertola, candidato presidente del M5S alle prossime elezioni regionali: "Il Consiglio regionale del Piemonte come luogo di dialogo e confronto tra Governo ed FCA. Abbiamo lavorato a questo obiettivo fin da subito attivandoci per garantire un rappresentante del Ministero del Lavoro all'assemblea prevista domani. Un impegno vanificato dagli ultimi eventi. Chiamparino al posto di strumentalizzare la vicenda per fare campagna elettorale ed attaccare il Governo con sterili polemiche pensi piuttosto a lavorare all'obiettivo comune di una piena occupazione coniugata con il rispetto dell'ambiente. Proprio come sta facendo il Movimento 5 Stelle a tutti i livelli". 

"Le preoccupazioni di FCA sono immotivate. La norma in discussione in Senato, come ha annunciato il Ministro Di Maio verrà rivista trovando un accordo tra le esigenze ambientali, di tutela della salute, del comparto produttivo e dei consumatori, favorendo l'acquisto di auto ecologiche. Una misura che va proprio nella direzione del piano FCA che, pur con anni di ritardo, ha scelto di puntare finalmente sull'elettrico", ha concluso Bertola.

“Sono mesi che chiediamo questo confronto, mentre Di Maio dorme tra le braccia di Salvini", dichiara invece il consigliere regionale Marco Grimaldi. "Il Governo ha dimostrato tutta la sua incapacità, tra messaggi entusiasti, proposte sbilenche e testacoda. A FCA non è sembrato vero di poter scappare dal confronto con gli enti locali e con la dura realtà. Disertando l'appuntamento di domani, rinvia le risposte troppo a lungo attese dai lavoratori, dal territorio e dalle sue istituzioni. Già oggi i suoi piani non prevedono la piena occupazione, e da troppi anni gli annunci e i modelli non si traducono in investimenti e lavoro, ma in cassa integrazione a singhiozzo e desertificazione industriale di un settore con il suo indotto. Qui non si tratta di offrire una platea a un attore che attende di fare la performance perfetta. Le istituzioni hanno convocato un'azienda che deve dare conto di ciò che intende fare. Eravamo e siamo sempre pronti a parlare di politiche industriali e di responsabilità sociale e ambientale dell’impresa. Speriamo di non essere rimasti i soli”.

E proprio ieri, a Roma, si è tenuto sugli stessi temi l'incontro tra il ministro Luigi Di Maio e alcune associazioni della filiera industriale e commerciale del settore automotive (Anfia - Unrae e Federauto): "Esprimiamo grande apprezzamento per la posizione espressa dal Ministro riguardo la volontà di non introdurre alcuna ulteriore forma di tassazione a danno degli automobilisti italiani". E aggiungono di ritenere che "l’introduzione di una qualsivoglia forma di "malus" si tradurrebbe, nel 2019, in una diminuzione delle vendite di auto nuove stimata tra l’8 e il 12% rispetto alla chiusura del corrente anno, che già evidenzia un rallentamento pesante, con una conseguente perdita di gettito erariale superiore a mezzo miliardo di euro, come stima". 

Le associazioni hanno dunque ribadito la loro "netta opposizione all’attuale proposta contenuta nella manovra finanziaria approvata dalla Camera dei Deputati che, così come impostata, si tradurrebbe inoltre in un serio fattore di destabilizzazione per il settore, mettendone anche a rischio l’occupazione e richiedono al Ministro dello Sviluppo Economico un supplemento di riflessione".

Cinzia Gatti e Massimiliano Sciullo

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