Attualità - 13 dicembre 2018, 10:00

Da Mandela alle periferie di Torino: lo sport è sempre la risposta al disagio. Si comincia alle Vallette

Fondazione Laureus, con Regione e Comune, cerca di medicare le ferite dei più piccoli tramite l'attività fisica. Come fu vent'anni fa nel Sudafrica di Mandela

Da Mandela alle periferie di Torino: lo sport è sempre la risposta al disagio. Si comincia alle Vallette

Una firma, da sola, non basta. Ma può essere un primo passo decisivo se si vuole cercare di arrivare a una soluzione. Questa firma è stata posta da Regione, Comune e Fondazione Laureus: tre elementi per formare una squadra che sappia portare a casa un risultato quando si gioca nelle periferie.

Una metafora che non è casuale, visto che lo strumento identificativo sto per applicare questa alleanza è proprio lo sport: una parola magica che da un lato regala attività e benessere fisico, ma dall'altro insegna a muoversi all'interno di regole e limiti, magari ragionando in termini di squadra. 

E se le periferie sono il target, non necessariamente queste sono solo geografiche. "Possono anche essere esistenziali - commenta l'assessore regionale allo Sport, Giovanni Maria Ferraris - di cui tutti dobbiamo avere consapevolezza".

"Quasi vent'anni fa, in Sudafrica, con Nelson Mandela - spiega Ruggero Magnoni, presidente di Fondazione Laureus - abbiamo capito che lo sport è l'unico elemento che rende uguali al di là di genere, ceto sociale e colore. E così, con Gruppo Mercedes e Richemont, abbiamo dato avvio a moltissimi progetti in tutto il mondo. E adesso vogliamo concentrarci anche su Torino ".

Dunque sport come terapia. Che ha già toccato, in Italia, Milano, Roma e Napoli, coinvolgendo circa 50 società sportive. Con figure professionali molto particolari che vanno dagli psicologi ai project manager. I piccoli vengono segnalati da servizi sociali e praticano sport gratuitamente, ma agli allenatori vengono fornite competenze relazionali (oltre che tecniche) per potersi confrontare con i piccoli atleti.

E tra i tanti testimonial ci sono Danilo Gallinari, Bebe Vio, Aldo Montano, Marco Bortolami e Arianna Fontana, tra gli altri. Calcio ce n'è poco, ma dallo scorso anno era entrato in squadra anche Alessandro Del Piero. Il grosso del lavoro, però, viene fatto giorno per giorno, allenamento dopo allenamento, in costante coordinamento con gli insegnanti di scuola.

Dunque il Piemonte vuole mettere in campo strutture e strumenti. E con Torino come punto focale. "A me in prima persona lo sport ha cambiato  la vita - commenta l'assessore Roberto Finardi, assessore comunale allo sport - e siamo pronti a fare la nostra parte mettendo a disposizione le energie e le strutture che ci sono sul territorio".

In circoscrizione 5 (alle Vallette) si sta già ragionando, insieme a una società dilettantistica storica come il Gruppo Sportivo Valanga, per partire con una sperimentazione pilota che possa permettere ai ragazzi più "a rischio" delle scuole di zona. Dalla pallacanestro alla pallavolo, dal calcio al tennis, fino ovviamente allo sci.

"Non è solo questione di ente pubblico che va a porre rimedio in caso di necessità. Serve la collaborazione del tessuto imprenditoriale e della società civile - conclude Ferraris - in un'ottica di restituzione dove anche solo una goccia può essere preziosa per formare la società del domani andando a sostenere chi di quella società farà e fa già parte".

Massimiliano Sciullo

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