torinoggi.it - 15 dicembre 2018, 15:00

Natività che unisce: a Santa Rita gli artigiani del Sud danno vita al presepe meccanico

Alcuni soci del Circolo Acli di Santa Rita lo hanno realizzato per il secondo anno consecutivo nella sede parrocchiale. Tutti pezzi artigianali e unici

Natività che unisce: a Santa Rita gli artigiani del Sud danno vita al presepe meccanico

"Te piace 'o presepio?", chiedeva ripetutamente Luca di Natale in casa Cupiello, capolavoro di Eduardo. Un attaccamento tragicomico alle tradizioni che rende unico e inimitabile il periodo delle feste natalizie in Italia, ma al sud in particolar modo. Così come sono irripetibili e rarissimi i pezzi del presepe meccanico allestito dai soci del Circolo Acli nella parrocchia di Santa Rita. Un grande lavoro di squadra portato a termine per il secondo anno consecutivo grazie a mani volenterose e creative, dove nulla è stato lasciato al caso, ma tutto è frutto di tecniche e calcoli precisi.

"Abbiamo iniziato circa otto anni fa con un classico presepe sopra un tavolino", racconta Italo Varallo. "Poi ci siamo ingranditi man mano, ricevendo sempre il benestare del vecchio parroco e dell'attuale". Ma la svolta è arrivata l'anno scorso, quando hanno conosciuto Marco ed Emanuele Cerutti, con una collezione ereditata dalla famiglia di personaggi meccanici, tutti fatti a mano, e alcuni rarissimi da trovare, come la tessitrice. Da lì è partito l'allestimento di una nuova scenografia, ancora più dinamica e coinvolgente. 

Un mese di impegno per dare vita all'opera. Dalle 18.30 a mezzanotte, orario in cui il Circolo resta chiuso, i soci si sono ritrovati tre volte alla settimana muniti di arnesi e tanto entusiasmo. Rocco Di Leo era l'addetto ai lavori più "fisici" di posizionamento della struttura - "ne serviva uno piccolino che potesse arrampicarsi", scherzano gli altri -, mentre Carmelo Grasso, il sarto dell'Acli, ha cucito le luci e svolto la manovalanza. Fondamentale l'elettricista Mario Sciretti, che illumina magicamente la scena. Raffinato ed elegante, poi, il ruolo di Vincenzo Belmonte, falegname ebanista. Ciascuno ha contribuito con le proprie competenze e abilità, senza trascurare il minimo dettaglio. 

Ma cosa unisce questi amici tanto affiatati? "Abbiamo tutti origini meridionali - spiega Italo -, siamo pugliesi, lucani, calabresi, campini, siciliani". Un amore per la natività - nel presepe posizionata subito in prima linea - carica di significato. "Qui siamo tutti credenti e praticanti. Nel presepe abbiamo mescolato la tradizione orientale con quella occidentale - raccontano - ma ci teniamo a rispettare questo simbolo per il coinvolgimento della comunità intera. E' importante che venga mantenuto".

Sempre ben accolto dai presidenti e vicepresidenti del Circolo, il presepe ha ricevuto anche la benedizione del nuovo parroco, don Roberto Zoccalli, proprio nell'anno che celebra il novantesimo anniversario del santuario di Santa Rita.

Già diversi cittadini sono passati a vederlo. Tantissimi i bambini delle scuole, affascinati dalla meccanica dei personaggi. Non a caso l'installazione è stata abbassata di venti centimetri proprio per consentire la piena visione ai più piccoli. "Tutti partecipano con grande curiosità", commenta Riccardo Prisco, presidente della commissione di quartiere. "Gli abitanti si sentono rappresentati".

Sono state organizzate anche tre domeniche speciali - 16, 23 e 30 dicembre - in cui il Circolo Acli, oltre al consueto orario mattutino dalle 9 alle 12, rimarrà aperto anche al pomeriggio, dalle 16 alle 19, unicamente per l'ingresso dei visitatori.

E per il prossimo anno? I "presepai" non hanno dubbi: "Sarà ancora più grande".

Manuela Marascio

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