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Economia e lavoro | 10 gennaio 2019, 10:48

Nuova Legge regionale sull’agricoltura: cosa ne pensano i responsabili delle organizzazioni di categoria piemontesi

Il provvedimento, che ha riordinato la materia, è stato approvato quasi all’unanimità dal Consiglio di Palazzo Lascaris. L’assessore Giorgio Ferrero è soddisfatto. Coldiretti, Confagricoltura e Cia danno dei giudizi differenti

Nuova Legge regionale sull’agricoltura: cosa ne pensano i responsabili delle organizzazioni di categoria piemontesi

Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato, con 38 voti favorevoli e 3 astensioni, la nuova Legge quadro sull’agricoltura e lo sviluppo rurale. La normativa, frutto di un sereno confronto in Commissione durato un anno, entrerà in vigore con l’approvazione del Bilancio, e ha riordinato la materia, abrogando 35 delle 45 Leggi in vigore e oltre 50 articoli contenuti in diversi provvedimenti adottati in passato.

“Si tratta - dice soddisfatto l’assessore all’Agricoltura, Giorgio Ferrero - di un pacchetto fondamentale voluto dalla Giunta per favorire le politiche a favore del comparto e destinato a durare nel tempo. A quarant’anni dalle precedenti norme sul settore, il testo risponde alla necessità di snellire, semplificare e rendere attuale la legislazione piemontese, in conformità con le nuove politiche nazionali ed europee. Un provvedimento di grande impatto, che traghetta l’agricoltura del nostro territorio in un orizzonte di sviluppo al passo con i tempi”.

La Legge ha introdotto numerose novità. A partire da quelle cardine:  per assicurare la partecipazione delle parti economiche e sociali viene istituito il tavolo del partenariato agroalimentare e rurale;  il programma regionale degli interventi integrerà le politiche europee; la digitalizzazione e il suo ruolo entrano a pieno titolo nella legislazione piemontese.

Ma innovazioni vengono previste su altri numerosi fronti. Dalla Banca della Terra e la messa in disponibilità dei terreni incolti all’agricoltura sociale; dai presidi di prossimità alla promozione delle enoteche regionali e delle strade tematiche. Non manca, poi, nella Legge, l’attenzione al paesaggio agrario e all’ambiente come la  valorizzazione naturalistica e culturale dei muretti a secco presenti nelle coltivazioni agricole, ma anche dei piloni in pietra, delle siepi, dei filari e dei vigneti con paleria in legno. Inoltre, è stato normato lo sviluppo della biodiversità, della multifunzionalità, del sistema irriguo regionale con particolare riguardo al ruolo svolto dalle stesse reti nella prevenzione idrogeologica.

Novità ci sono anche per gli agriturismi e l’ospitalità rurale, i sistemi informatici e la tracciabilità, la birra agricola piemontese, le fattorie didattiche, i cimiteri per gli animali da affezione, la valorizzazione delle filiere, i distretti del cibo, le piante officinali e la raccolta di quelle spontanee.

Cosa ne pensano della nuova Legge le associazioni di categoria?  “Apprezziamo - afferma il direttore di Coldiretti Cuneo, Tino Arosio - lo sforzo compiuto dal Consiglio regionale per riordinare le norme in materia di agricoltura in un Testo Unico, che va nella direzione dello snellimento e della semplificazione da sempre auspicati dalla nostra organizzazione. Nel corso della discussione siamo stati coinvolti e abbiamo prontamente presentato le nostre osservazioni, alcune delle quali sono state recepite. Però, siamo solo a metà dell’opera: restano da emanare decine di Regolamenti attuativi che renderanno pienamente applicabili le norme contenute nella Legge di riordino. Auspichiamo che ciò possa avvenire in tempi rapidi”.

Per Confagricoltura risponde il presidente regionale e della provincia di Cuneo, Enrico Allasia. “Giudichiamo positiva - sottolinea - l’opera di semplificazione legislativa e normativa adottata, che ci auguriamo si traduca presto in uno sgravio di burocrazia per il mondo agricolo. Ma dal provvedimento ci saremmo aspettati qualcosa in più per lo sviluppo del settore. In particolare per quanto riguarda la valorizzazione delle filiere. La Legge dedica molto spazio agli aspetti non propriamente caratteristici del comparto, seppur degni di considerazione, come la multifunzionalità, l’agricoltura sociale, l’agriturismo, ma riserva un ruolo pressoché residuale agli interventi riguardanti l’attività produttiva tradizionale, che costituisce, invece, il fondamento del settore per il Piemonte”.   

Il commento della Confederazione Italiana Agricoltori è del direttore provinciale di Cuneo, Igor Varrone: “E’ stato fatto un ottimo lavoro, in cui quasi tutte le forze politiche sono riuscite a lavorare in concerto. Dal testo si capisce che è stata riservata molta attenzione ai territori in difficoltà e soprattutto sono state affrontate tematiche importanti come le variazioni climatiche e la tutela del paesaggio. Per la “Granda” la digitalizzazione e l’innovazione - come la questione della Banca della Terra e della messa a disposizione degli incolti per l’agricoltura sociale - rappresentano un’ulteriore spinta per la valorizzazione dell’economia agricola del nostro territorio. Crediamo che molta importanza, come sottolineato dalla nuova Legge quadro, sarà attribuita alla questione idrologica della provincia di Cuneo”.   

Sergio Peirone

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