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Attualità | 22 febbraio 2019, 08:35

Reati agroalimentari, Caselli: “Un paese civile non deve avere dubbi sulla riforma del diritto agroalimentare” (VIDEO)

L'ex procuratore al Festival del Giornalismo Alimentare di Torino: “La mia battaglia prosegue e proseguirà, anche se persistono forti resistenze corporative”

Reati agroalimentari, Caselli: “Un paese civile non deve avere dubbi sulla riforma del diritto agroalimentare” (VIDEO)

“L'anno scorso ero qui per parlare di una riforma che aspettavo con ansia. Quest'anno, sono qui per lo stesso motivo. Spero che l'anno prossimo potrò tornare con un altro umore a raccontare finalmente la nuova riforma”. Parla chiaro l'ex procuratore Gian Carlo Caselli, attualmente Presidente del Comitato scientifico dell'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, dal palco del Festival del Giornalismo Alimentare di Torino, dove è tornato, introdotto dal giornalista Maurizio Tropeano, per parlare ancora una volta di reati alimentari.

“I reati agroalimentari – ha spiegato Caselli – non riguardano più soltanto l'oste che mischia l'acqua con il vino. I dati parlano chiaro: il fatturato di queste attività è di 24,5 miliardi di euro, tutti in nero. Capite bene che c'è una stringente e improcrastinabile esigenza di avere leggi serie sui reati agroalimentari. Attualmente le sanzioni amministrative non sono adeguate ai danni provocati”.

“Vari parlamentari – ha proseguito – hanno presentato dei disegni di legge riprendendo il progetto della Commissione. Ma persistono forti resistenze. C'è infatti chi a un modello di sviluppo per il bene della comunità preferisce le resistenze corporative. La normativa attuale va totalmente ripensata: è vecchia e inefficiente. Le sanzioni amministrative non sono soppesate in maniera adeguata e spesso disorientano gli operatori della filiera”.

“La conclusione – ha poi chiuso Caselli – è che noi siamo un paese civile, ma un paese civile non può avere dubbi sulla riforma sul diritto agroalimentare”.

Caselli ha concesso una battuta sulle recenti proteste degli allevatori. “Dobbiamo renderci conto – ha detto – che i prezzi da fame pagati agli allevatori fanno parte di quelle 'condizioni gravose' che stanno mettendo in ginocchio un'intera economia”.

Daniele Angi

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