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Economia e lavoro | 21 marzo 2019, 15:15

Il fronte Si Tav si ricompatta: boccia qualunque ipotesi "mini" e punta alla piazza del 6 aprile con un Manifesto e aprendo alla "bandiere"

Già partito il conto alla rovescia verso la nuova manifestazione pro Torino-Lione: le sigle economiche hanno messo a punto le strategie con Sì Tav Sì Lavoro di Mino Giachino, Osservatorio 21 e le Madamin

Il fronte Si Tav si ricompatta: boccia qualunque ipotesi "mini" e punta alla piazza del 6 aprile con un Manifesto e aprendo alla "bandiere"

Si ricompattano i ranghi del fronte favorevole alla Torino-Lione, a Torino e in Piemonte. Ora che all'orizzonte si sta delineando con sempre maggiore chiarezza un nuovo traguardo, quello del prossimo 6 aprile, la manifestazione lanciata ancora una volta dalle Madamin fa unire le forze anche alle altre anime di questo pezzo di opinione pubblica, che spinge per il Sì al Tav.

E così, i rappresentanti del mondo economico (le ormai famose 37 sigle, che spaziano dal datoriale alle professioni, fino ai sindacati) hanno messo a punto le strategie in vista del primo fine settimana di aprile insieme proprio al gruppo di attiviste in arancione, a Osservatorio 21 e a Sì Tav, Sì Lavoro, l'associazione fondata dall'ex sottosegretario Mino Giachino che punta a presentarsi anche alla prossima tornata elettorale delle Regionali. 

Un momento che in  un certo senso va in controtendenza rispetto a un fronte di sostegno che ultimamente sembrava mostrare qualche segno di stanchezza e che aveva bisogno di nuovo impulso, dopo gli inizi decisamente più vivaci. "Sono state nuovamente e con forza condivise le motivazioni che hanno mosso negli ultimi mesi più parti della società civile - si legge in una nota ufficiale diffusa dopo il vertice - motivazioni che sono sintetizzate nella necessità di dare a questo territorio e al Paese la possibilità di produrre e lavorare con modalità e condizioni che siano compatibili con l’ambiente, con la sicurezza, con la crescita e lo sviluppo equilibrati, con l’apertura verso il mondo".

E così, accanto alla decisione di dare il proprio contributo all'organizzazione della manifestazione del 6 aprile, le parti coinvolte hanno ben chiaro che l'evento "dovrà essere l’espressione anche visibile di tutte le componenti della società civile intesa nel suo modo più alto e completo, quella società che per troppo tempo è stata dimenticata ma che è la vera forza di questo territorio e di tutto il Paese, che chiede di partecipare e di essere ascoltata, che crede ancora nella possibilità di un futuro qui e non altrove, un futuro da costruire insieme, con decisione e chiarezza, con volontà e fermezza, un futuro aperto alla convivenza civile e al benessere, nel quale i giovani di oggi possano diventare eredi di quanto adesso viene costruito su basi condivise e solide".


E accanto a basi che già in passato erano emerse, ecco la novità dei simboli: "La manifestazione sarà aperta a tutte le bandiere che si identificheranno in questi obiettivi e in particolare nella realizzazione della Torino-Lione", spiega senza equivoci la nota ufficiale.

Accanto alle "regole" per la manifestazione, inoltre, il fronte Sì Tav ha anche deciso di mettere nero su bianco le proprie convinzioni, che trovano la leva maggiore nella Torino-Lione, ma che finiscono per coinvolgere un po' tutte le infrastrutture del territorio piemontese. Sarà infatti redatto un “Manifesto per lo sviluppo del territorio” nel quale saranno ribaditi alcuni punti ritenuti irrinunciabili, per la Torino-Lione: il mantenimento dell'attuale progetto già approvato da tutti gli attori (Italia, Francia e Unione Europea), realizzazione della stazione internazionale di Susa e del collegamento con lo scalo di Orbassano (niente MiniTav, dunque), rispetto dei tempi concordati con la Ue e prosecuzione dei lavori dell'Osservatorio Valle di Susa "come unico e autorevole tavolo di confronto con tutti gli attori del territorio interessati all’opera".

Massimiliano Sciullo

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