Economia e lavoro - 13 aprile 2019, 17:13

La spinta dei giovani per tenere alta la bandiera dell'imprenditoria piemontese

Nel 2018 le attività guidate da under35 sono cresciute di oltre 3500 unità e rappresentano una nuova azienda su tre e il 9% del totale. Ilotte (Unioncamere): "Bisogna mettere le nuove generazioni nelle condizioni per dare continuità al nostro tessuto imprenditoriale"

La spinta dei giovani per tenere alta la bandiera dell'imprenditoria piemontese

Sono le energie giovani, quelle che mantengono alta la bandiera dell'imprenditoria piemontese. O quantomeno danno un aiuto piuttosto corposo. Lo dicono gli ultimi studi di Unioncamere Piemonte, che quantificano in quasi 40mila (39.389 per la precisione) le imprese "giovanili" registrate al 31 dicembre 2018 nella nostra regione. E cioè guidate da qualcuno che ha meno di 35 anni.
Si tratta del 9% del totale delle aziende piemontesi e addirittura il 30% delle nuove attività. Nel 23,2% dei casi sono guidate da stranieri e il 28,3% è amministrato da giovani imprenditrici. E il loro saldo è in crescita: nell'anno appena trascorso sono nate 7.152 imprese giovanili, mentre ne sono cessate 3.631. Dunque ben 3.521 in più rispetto al 2017. Dunque, senza l’apporto delle aziende guidate da imprenditori under 35, lo stock delle imprese complessivamente registrate in Piemonte avrebbe manifestato una perdita pari a oltre 5.500 unità.

“La buona dinamica delle imprese under 35 e il loro apporto fondamentale alla nostra economia ci confermano la necessità di sostenere i giovani con iniziative dedicate, per metterli nelle condizioni di dare continuità al tessuto imprenditoriale del nostro territorio. Il Sistema camerale dedica da tempo un’attenzione particolare ai giovani, e si sta muovendo sempre di più in questa direzione, ad esempio con i progetti legati all’orientamento al lavoro e alle professioni. Anche le funzioni che il Decreto legislativo n. 219 del 25 novembre 2016 ci ha attribuito, ci permettono di sostenere i giovani imprenditori di domani, dotandoli di competenze ed esperienze spendibili nel mondo del lavoro”, commenta Vincenzo Ilotte, presidente Unioncamere Piemonte.

A livello nazionale, i numeri rivelano come il Mezzogiorno evidenzi tradizionalmente una concentrazione di imprese giovanili superiore a quella delle altre aree. La Calabria risulta la realtà con la maggiore incidenza di aziende guidate da imprenditori under 35 sul totale delle imprese registrate nel territorio regionale (13,7%), seguita dalla Campania (13,4%), dalla Sicilia (12,7%) e dalla Puglia (11,5%). Il Piemonte si trova al decimo posto, con un peso delle imprese giovanili sul totale delle imprese regionali pari al 9,4.

Il tessuto imprenditoriale piemontese, così come quello nazionale, è affetto dal cosiddetto nanismo imprenditoriale, essendo costituito in maggioranza da micro, piccole e medie imprese. Questo fenomeno è ancora più vero per le imprese giovanili, per le quali si registra un’incidenza elevatissima di micro imprese: nel 98,4% dei casi le imprese guidate da under 35 hanno, infatti, meno di 10 addetti.

L’analisi per settori evidenzia come il primo comparto per le imprese giovanili sia quello delle altre attività di servizi (28,1%), seguito dal commercio (24,8%) e dalle costruzioni (16,0%). Un’impresa su dieci appartiene al turismo, il 9,9% si dedica all’agricoltura e solo il 6,2% è industriale.

Confrontando la realtà settoriale delle imprese giovanili con quella del tessuto imprenditoriale regionale complessivo, si evidenzia, per le aziende guidate dagli imprenditori under 35, una maggiore specializzazione nelle costruzioni e nel turismo ed un minor interesse per agricoltura e industria in senso stretto.

Dall’analisi del tessuto imprenditoriale giovanile piemontese per classe di natura giuridica, si osserva come il 79,1% circa delle imprese guidate da under 35 assuma la forma di ditta individuale, il 9,0% sia una società di persone, mentre il 10,9% (in crescita costante negli ultimi anni) sia strutturata come società di capitale. Le altre forme giuridiche, in cui trovano spazio le cooperative, pesano l’1,0%.

Confrontando le imprese giovanili con quelle totali, si evidenzia per le prime una maggiore propensione per la forma della ditta individuale e un peso decisamente inferiore per le società di persone e di capitale.

L’analisi territoriale rivela come l’imprenditoria giovanile assuma una rilevanza maggiore nei sistemi imprenditoriali di Novara (9,7%) e Torino (9,5%), mentre risulti meno diffusa ad Biella (7,3%) e a Alessandria (7,6%).

Massimiliano Sciullo

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