"Perché Greta viaggia in treno?". Mentre i ragazzi delle scuole piemontesi sfilano poche strade più in là, arrivano a quota 15 i quaderni dell'osservatorio Torino-Lione. E questa volta si parla proprio di ambiente. "Ultima riunione prima delle elezioni Regionali - dice Paolo Foietta, rimasto come portavoce alla guida dell'organismo di ricerca e coordinamento, nonostante la mancata nomina del nuovo commissario di governo - e credo che ci vorrà un po' di tempo prima della convocazione della prossima riunione". Anche perché, accanto alla Regione, domenica vanno a rinnovo molti sindaci dei Comuni che fanno parte dell'Osservatorio.
La ricerca analizza gli impatti ambientali causati dal sistema dei trasporti, con il contributo di docenti universitari e tecnici: "Visto che le attuali modalità di trasporto su strada rappresentano il 25% delle alterazioni del clima in Italia e nel mondo e consuma un terzo delle risorse a disposizione - si chiede Foietta - la cura del ferro è ancora efficace? O dobbiamo rassegnarci alla categoria dei benaltristi del 'troppo poco, troppo tardi' e dunque alla decrescita?".
"In Italia oggi il tema della decrescita non è applicabile - prosegue - anche perché aumenta le disuguaglianze. Ridurre i propri consumi è molto più fattibile da chi è ricco, rispetto a chi già si trova sulla soglia di povertà".
Tanti i dati a favore che il Quaderno 15 mette sul tavolo, a sostegno del treno. "La ferrovia produce un sesto dell'inquinamento prodotto dal trasporto su strada dello stesso volume. Ed è tutto alimentato con fonti rinnovabili, non con combustibili fossili: dunque è l'unico elemento adatto alla transizione del sistema dei trasporti verso la sostenibilità". E accanto a un consumo di suolo decisamente inferiore, un altro punto a favore del trasporto su ferrovia riguarda l'incidentalità e relativi costi umani e sociali. "Il risparmio è nell'ordine di 10 miliardi, mentre la Costi Benefici di Ponti lo aveva sottostimato, limitandosi a un miliardo solo".
Amianto, uranio, PM10 e simili invece erano stati i cavalli di battaglia del fronte No TAV negli anni di lotta al cantiere di Chiomonte. "Ma gli studi dell'Arpa, dell'Università di Torino e della medicina del lavoro non hanno dato in tutti questi anni alcuna evidenza", sillaba Foietta.
Ora il dossier sarà mandato al premier Giuseppe Conte, al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e al ministro dell'Ambiente Sergio Costa ("cui smentiamo l'esistenza di quelle che ha definito Colline amiantifere e di cui non si ha notizia"). "Speriamo di poter avere presto interlocutori e non dover discutere con chi sostiene che gli asini volino. Non si può più discutere con clima tra tifoserie, ma solo sui dati".
E sulla bagarre intorno allo sblocca cantieri, "Quest'opera è internazionale e dunque ha ruoli e caratteristiche diverse rispetto a ciò che rientra nello sblocca cantieri. Di sicuro è stata una mossa dal significato politico, ma i comportamenti dei Cinque Stelle mi sono sembrati soprattutto adolescenziali".