Ancora una volta, quando tocca a lui prendere i voti, il Politecnico di Torino passa gli esami brillantemente. L'ultima conferma è arrivata da "U-Multirank", la graduatoria che l’Unione Europea sviluppa attraverso le università del pianeta attraverso singoli parametri e chiavi di lettura. Si tratta di un importante ranking su scala mondiale, giunto alla sua sesta edizione, che, ha elaborato il suo giudizio basandolo su 36 indicatori, a ciascuno dei quali è assegnato un punteggio che va da 1 (Very Good) a 5.
E sui 36 parametri valutati, in 24 il Politecnico di Torino ha ottenuto un punteggio tra Very Good e Good (in altri termini, si può dire che l’Ateneo è risultato nettamente superiore alla media mondiale in quasi il 70% dei parametri valutati). In particolare, sono 5 Very Good e 19 Good, in crescita rispetto all'anno scorso, quando il totale si fermava a 22.
Il Multirank coinvolge più di 1.700 istituti di formazione di 99 Paesi valutati nella classifica, comprese anche le più importanti università americane come il MIT, Harvard e Berkeley. Il ranking si propone di usare una metodologia multidimensionale e gli aspetti valutati sono cinque: didattica (“teaching and learning”), ricerca (“research”), trasferimento tecnologico (“knowledge transfer”), internazionalizzazione (“international orientation”) e rapporti con il territorio in termini di occupazione dei laureati e partnership con il sistema socioeconomico locale (“regional engagement).
Particolarmente significativi per il Poli i miglioramenti di punteggio (che quest’anno si posizionano nella categoria Very Good) per External research income, cioè le entrate per ricerca commissionata dall’esterno e Income from private sources, altro indicatore legato ai contratti esterni nell’ambito del trasferimento tecnologico. Risultato che testimonia un trend di eccellenza anche per il numero di Post-doc positions, dove il Politecnico si è posizionato sempre in classe Very Good negli ultimi 3 anni.
Ma soprattutto l'interpretazione letterale di quello che era stato uno dei principi fondanti del programma con cui il rettore, Guido Saracco, si era candidato a sostituire il suo predecessore Gilli: la capacità di fare dell'ateneo una sorta di piattaforma in aperta comunicazione con il territorio di riferimento, imprese soprattutto, ma non solo. E infatti proprio Saracco esprime così la sua soddisfazione: “L’analisi proposta da questo ranking è molto interessante perché si tratta di una valutazione a tutto tondo e su un numero significativo di università e istituti di ricerca. Il Politecnico è stato valutato positivamente, in particolare in due ambiti chiave per la nostra azione: ricerca e trasferimento tecnologico, a testimonianza dei risultati che stiamo ottenendo con le politiche mirate messe in campo dall’Ateneo”.