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Eventi | 13 ottobre 2019, 07:30

"LiberAzioni", a Torino torna il festival delle arti dentro e fuori il carcere: "Il cinema salva la vita"

Seconda edizione del festival in cui cultura e confronto si fondono: l’arte entra ed esce dal carcere dal 14 al 20 ottobre. Toccante la testimonianza di un detenuto salvato dal cinema

"LiberAzioni", a Torino torna il festival delle arti dentro e fuori il carcere: "Il cinema salva la vita"

Cinema e concerti, spettacoli e lavoratori: torna a Torino “LiberAzioni”, il festival delle arti dentro e fuori dal carcere. Il format, che ha riscosso un grande successo nella prima edizione, anche quest’anno mira a esaltare il potere dell’arte in tutte le sue forme in un contesto sicuramente particolare: quello del carcere.

“Il cinema mi ha salvato la vita”. Non usa giri di parole Daniele, detenuto del carcere Lorusso e Cutugno di Torino, attore che grazie al progetto che porta una forma d’arte come quella del cinema dentro le mura del carcere ha trovato la forza di ricominciare. “Quando vivi in pochi metri quadrati per anni, hai una gamma di emozioni limitata. Cinema e letteratura diventano importantissimi per un carcerato. La possibilità che abbiamo avuto partecipando a LiberAzioni è stata unica, per noi vitale”.

LiberAzioni, dal 14 al 20 ottobre, prevede una serie di appuntamenti i centri culturali della città per portare nelle periferie spettacoli teatrali, proiezioni, dibattiti, locandine, esposizioni, cortometraggi e concerti. Il festival, oltre che nei luoghi d’arte del centro e della periferia, entrerà direttamente in carcere. Tante le location coinvolte: dal teatro Don Orione di piazza montale al Campus Luigi Einaudi, passando per Palazzo Barolo e la casa circondariale. Confermata la presenza di Paolo Rossi e Omar Pedrini, a riprova di quanto sia ampiamente riconosciuto il valore di questa rassegna culturale. Tutti eventi a ingresso libero (tranne che in carcere) e senza bisogno di prenotazione.

Nelle parole di Daniele, detenuto-attore, quasi laureato in giurisprudenza, vi è tutto il senso della seconda edizione di LiberAmente, finanziata da AxTo: “Va di moda dire buttiamo la chiav, ma è aprendo a realtà diverse che si può sperare di creare persone migliori per il domani”. Ecco perché l’arte, in tutte le sue forme, potrebbe davvero essere la miglior chiave di riabilitazione e reinserimento nella società civile.

Andrea Parisotto

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