"Quello torinese è un mercato vivace, con un buon numero di compravendite, anche se i prezzi restano ancora bassi". È la fotografia che scatta del mercato immobiliare torinese Gianni Pautasso, Team manager di Tecnocasa a Torino.
Lo dice a margine della presentazione dell'indagine sul mercato immobiliare cittadino, che mostra come il primo semestre 2019 registri un -0,4% delle quotazioni. Un dato decisamente più confortante rispetto agli anni passati (la serie storica mostra cali anche a due cifre, dal 2013 in poi), ma che ancora non regala ottimismo, nonostante alcuni quartieri che riabbracciamo il segno "più".
Tutti sintomi, che però portano a una diagnosi ben definita, soprattutto se a emetterla è il mondo del commercio cittadino. "Il mercato immobiliare è termometro della città e dell'economia in generale - commenta Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti -. Questa città ha bisogno di una spinta, perché si sta rimpicciolendo la cittadinanza e sta invecchiando l'età media. Ci va uno sviluppo più, la situazione attuale non è certo vivace".
E la ricetta? "Dobbiamo attrarre investimenti, attività produttive e sviluppare il turismo molto più di quanto non lo sia oggi - prosegue Banchieri -. Lo stesso piccolo commercio contribuisce al valore immobiliare della zona: dove è vivo e fornisce servizi, quella è un'area che è valorizzata, oltre che apprezzata da chi è proprietario di casa. E poi dove c'è commercio c'è meno degrado e più sicurezza". "Le vie - conclude - sono pensate per avere i negozi. Se una serranda si abbassa c'è degrado".