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Politica | 21 ottobre 2019, 17:01

Food delivery, Grimaldi (LUV): "Luci e ombre nell’emendamento al decreto"

"La ruota posteriore è stata gonfiata, ma vogliamo anche quella anteriore"

Food delivery, Grimaldi (LUV): "Luci e ombre nell’emendamento al decreto"

“Certo, avremmo sperato di poter celebrare una giornata storica nella lotta per i diritti sul lavoro, vedendo il Governo proporre un provvedimento sui rider coraggioso come le leggi che sono arrivate al Parlamento dalle Regioni. Non andrà esattamente così, ma lo stesso non si può parlare di semplici ‘mance’” – è il commento di Marco Grimaldi (LUV-SI), all’emendamento (oggi al voto) della maggioranza al decreto sui rider.

Le luci non mancano: la modifica amplia le tutele e la platea del contratto di lavoro subordinato anche ai rapporti di collaborazione prevalentemente personali, includendo nel proprio campo di applicazione i rider a cui sarebbero riconosciuti tutela previdenziale e assicurativa, malattia, congedi parentali. Il compenso sarà definibile in base ai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative e il cottimo sarà possibile, per coloro che lavorano in maniera occasionale, solo se abbinato a un compenso minimo orario definito sulla base dei minimi tabellari stabiliti dagli stessi contratti collettivi nazionali di settori affini o equivalenti.

Si introducono l’obbligo di un contratto scritto, la copertura assicurativa obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, il divieto di discriminazione, la protezione dei dati personali, un’indennità integrativa per il lavoro notturno, festivo o in condizioni meteo sfavorevoli. Tutti interventi ripresi dal disegno di legge a firma Grimaldi partito dalla Regione Piemonte.

“Restano purtroppo alcune ombre” – aggiunge Grimaldi: “soprattutto, è mancato al Governo il coraggio di definire precisamente quello dei rider come un rapporto di lavoro subordinato, non solo di autorizzare l’applicazione del lavoro subordinato ai loro contratti. Ciò determinerà la futura convivenza tra due regimi di tutela differenti per lavoratori ‘continuativi’ (con tutti i diritti dei subordinati) e ‘occasionali’ (con un set di tutele minime). Sappiamo bene che le aziende potrebbero riorganizzarsi per convergere sul livello di tutela più debole, facendo cioè lavorare tutti come occasionali.

In questi giorni a Bologna, Just Eat sta passando dai contratti co.co.co alle prestazioni occasionali a cottimo, con l’effetto di circa 60 licenziamenti senza preavviso. Molti dei lavoratori coinvolti sono migranti che lavorano da anni e si vedranno negato anche il diritto alla continuità occupazionale e al rinnovo del permesso di soggiorno.

Insomma, la ruota posteriore oggi è stata gonfiata. Vogliamo anche quella anteriore”.

comunicato stampa

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