Economia e lavoro - 25 novembre 2019, 20:36

Olisistem Start di Settimo Torinese, la paura dei sindacati contro l'ipotesi-spezzatino: "In arrivo la peggiore delle non soluzioni"

Fim Cisl: "Ci appelliamo alle istituzioni e a Intesa San Paolo per scongiurare la deriva di quattro aziende che subentrino all'attuale realtà, con meno garanzie e tutele per i lavoratori"

Olisistem Start di Settimo Torinese, la paura dei sindacati contro l'ipotesi-spezzatino: "In arrivo la peggiore delle non soluzioni"

Non si diradano le nubi sul futuro di Olisistem Start, l'azienda di Settimo Torinese che rischia di lasciare a casa circa 400 lavoratori. Un po' come il caso Embraco-Ventures, ma detonato in tempi molto più recenti.

A tenere accesi i riflettori sono i sindacati. "Purtroppo le preoccupazioni che avevamo manifestato nei giorni scorsi sembrerebbero essere in procinto di accadere se non vengono smentite le voci che circolano in merito - dicono i rappresentanti di Fim-Cisl, attraverso Vito Bianchino -. Queste voci darebbero per cosa quasi fatta l’affidamento delle attuali commesse del principale cliente del comparto metalmeccanico Banca Intesa San Paolo, oggi gestite da Olisistem Start, ad almeno quattro diverse aziende".

"Due sulle commesse su cui lavorano i tecnici a Milano e su parte del territorio nazionale, e due sulle commesse collegate al sito di Settimo Torinese - proseguono i sindacalisti -. Quindi i circa 600 lavoratori che lavorano su commesse Banca Intesa San Paolo, se confermato questo disegno, dovrebbero essere suddivisi a breve in 4 nuove realtà. Con questa logica, che soddisfa sicuramente gli interessi delle parti datoriali, e in primis quelli di Banca Intesa San Paolo, è chiaro che gli unici che rischiano sono i lavoratori, per l’ennesima volta. Con quali garanzie verrà assicurato che non ci siano esuberi in questa operazione? Con quali garanzie è previsto il passaggio dei lavoratori a queste aziende? Quali ricadute occupazionali avrà per i tecnici operanti solo parzialmente per Banca Intesa San Paolo?".

"Cosa ancor più grave, se confermato - incalzano da Fim-Cisl -, è che non vi sia alcun ragionamento complessivo di passaggio per tutti i lavoratori con l’affitto di ramo aziendale, quindi senza le tutele del caso previste dal codice civile. Ovvero si intravede il rischio, per la maggioranza dei lavoratori, di riassunzioni ex novo;

quindi quali garanzie ci saranno per la riassunzione di tutti i lavoratori? Quali garanzie per il mantenimento della attuale retribuzione e anzianità per gli scatti, per la maggior tutela della malattia, per la protezione dai licenziamenti della

legge 300 precedente la riforma?".


Tra le voci circola anche quella che una delle aziende che potrebbe arrivare su Settimo Torinese applica ai lavoratori un contratto “non confederale”, meno tutelante. "Banca Intesa San Paolo sembra aver deciso di non ascoltare né le proteste dei lavoratori, né gli appelli giunti dalle istituzioni e dalla Diocesi di Torino, generando uno “spezzatino” con gravi rischi di maggiori esuberi a livello locale e

nazionale e rischi di conseguenti impatti negativi sui diritti normativi e retributivi dei lavoratori. Questo rischia di avere impatti gravi a cascata anche sulla parte di lavoratori non collegati alla commessa di Banca Intesa San Paolo".

Da qui l'appello, sia alle istituzioni che ai vertici della banca. "Facciamo appello ai vertici di Banca Intesa San Paolo per un loro intervento che blocchi questo genere di operazioni e rimetta al centro anche il lato sociale di fare impresa, nel rispetto dei lavoratori e del territorio, ricercando alternative in cui venga salvaguardata l’unicità aziendale attraverso la ricerca di partner in grado di salvaguardare tutto il perimetro occupazionale mantenendo le garanzie normative e retributive acquisite dai lavoratori. Un appello anche alle istituzioni ed alla Diocesi, che hanno dimostrato vicinanza ai lavoratori, per un loro intervento urgente con la Banca affinché fermi questa deriva gestionale".

La Fim Cisl, insieme a tutte le organizzazioni sindacali presenti in Olisistem Start, ha sollecitato un ulteriore intervento dei Ministeri competenti, ed in attesa, attiverà nei prossimi giorni ulteriori iniziative sindacali per la tutela dei lavoratori coinvolti.

M.Sci

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