Sanità - 30 novembre 2019, 20:37

Medicine non convenzionali e medicina integrata: il punto a Torino

Oggi si è tenuto un corso di formazione all’Ordine dei Medici della Provincia

Medicine non convenzionali e medicina integrata: il punto a Torino

Le medicine non convenzionali possono costituire un elemento di integrazione delle terapie della medicina ufficiale, come dimostrano alcune esperienze già attuate con successo in diverse regioni italiane e in Paesi esteri. Ma a condizione che le cure siano sempre portate avanti nell’ottica del paziente, della sua sicurezza e dopo un’informazione completa.

È il tema che è stato trattato oggi nel corso di formazione “Dalle medicine non convenzionali alla medicina integrata: identificazione di un percorso” organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Torino. Un appuntamento cui hanno partecipato medici e operatori non solo piemontesi ma provenienti anche da altre regioni, in particolare dalla Toscana (presente la presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze, Teresita Mazzei), che è realtà capofila in Italia nell’adozione delle medicine complementari.

Il convegno, curato dalla Commissione Medicine non convenzionali dell’Ordine dei Medici di Torino coordinata dal dottor Alberto Chiantaretto, ha voluto effettuare una panoramica delle esperienze della medicina integrata nella sanità italiana, in particolare in ambito oncologico, e dei modelli di attuazione di questa pratica. A introdurre i lavori, il professor Guido Giarelli, docente di Sociologia Generale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, considerato uno dei massimi esperti in Italia sulla materia.

Molti i professionisti che hanno portato il loro contributo, a cominciare dal direttore della Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta, Oscar Bertetto. Fra i temi più innovativi, lo psichiatra Luca Ostacoli, docente presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università degli Studi di Torino, ha trattato la mindfulness nella cura delle patologie mediche, e l’oncologo Vittorio Fusco, dell’azienda ospedaliera di Alessandria, con la dottoressa Elisabetta Grosso ha raccontato e sperimentato insieme ai partecipanti del corso lo “yoga della risata”.

“Esistono delle pratiche che non rientrano nella medicina tradizionale ma che possono comunque essere utilizzate per il benessere del paziente – sottolinea Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei Medici di Torino -. L’importante è che queste pratiche non sostituiscano la medicina ufficiale, non siano alternative, ma vadano invece ad integrarsi. Devono sempre essere rispettati due principi: la sicurezza del paziente e il suo consenso, ottenuto attraverso un’informazione veritiera. Il ruolo dell’Ordine, in questo contesto, è quello di verificare che i medici che praticano la medicine non convenzionali rispettino queste regole”.

Fin dal 2002, con la dichiarazione di Terni, gli Ordini dei Medici hanno definito a livello nazionale la loro posizione e le linee guida sulle medicine non convenzionali, riconoscendone in primo luogo la rilevanza dal punto di vista sociale, oltre alla necessità che queste non si pongano in antitesi con la medicina tradizionale. Le terapie devono dunque essere effettuate da medici e successivamente a diagnosi.

Nel 2013 l’Accordo Stato-Regioni ha normato in via definitiva i criteri di formazione dei medici che esercitano le medicine non convenzionali, a garanzia della correttezza dell’atto professionale. Ogni Ordine ha istituito elenchi specifici: a Torino ci sono oltre 400 iscritti, che prevalentemente praticano l’agopuntura.

comunicato stampa

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