Una delegazione di rappresentanti del mondo accademico torinese, promotrice del Comitato che contesta il disegno di legge sull’Allontamento zero, è stata ricevuta questa mattina dall’assessore alle Politiche della Famiglia e dei Bambini, Chiara Caucino.
“Le porte del mio assessorato sono sempre aperte all’ascolto e oggi mi sono resa disponibile ad un dialogo rispettoso dei ruoli. Sono profondamente rammaricata, però, che l’incontro con il mondo accademico sia avvenuto solo ora e dopo le numerose polemiche che si rincorrono da mesi sui media. L’obiettivo del provvedimento è l’esclusiva tutela dei minori e lo ribadisco in primis proprio come madre”.
Nel corso dell’incontro la delegazione, rappresentata dal vice rettore alla Ricerca e direttore del Dipartimento di studi storici dell’Università di Torino, Gianluca Cuniberti, ha espresso le motivazioni di disaccordo su alcune linee d’intervento del progetto di legge.
“Non arretreremo rispetto a quanto già presentato e approvato dalla Giunta – ha sottolineato Caucino - ma siamo disponibili a cercare di migliorare un sistema che, ad oggi, presenta evidenti lacune. Non dobbiamo mettere sul tavolo di lavoro differenze politiche ma tutelare i bambini e la loro crescita all’interno della famiglia di origine, laddove possibile. Solo così scongiureremo traumi inutili di cui, ogni giorno, sentiamo parlare sui quotidiani, intervenendo anche a sostegno dei genitori eviteremo poi l’allontanamento, favorendo la famiglia e valutando il distacco dal nucleo originario come ultima possibilità”.
Per l’Università degli Studi di Torino, all’incontro, hanno partecipato i docenti: Paola Ricchiardi, Cecilia Marchisio, Isabella Pescaramona, Gallina Adelaide, Paola Molina Franco Prina, Marilena Dellavalle e Paolo Bianchini.
"Non accettiamo un testo che affronta il tema degli affidi in modo ideologico e partendo da presupposti non reali. La Giunta non si tappi occhi e orecchie, ascolti piuttosto le osservazioni di chi lavora tutti i giorni in prima linea", ha dichiarato la consigliera regionale del M5S Francesca Frediani. "La reazione della Caucino dimostra solo quanto sia scollegata dal tessuto sociale della Regione e quanto la sua posizione sia frutto di ideologia".
"In Piemonte, stando ai dati reali, non esiste né è mai esistito un “caso Bibbiano”. Le criticità riguardano le poche risorse a disposizione, i carichi di lavoro e le aggressioni sempre più frequenti come riferito dai soggetti che operano nel settore sentiti di recente in Regione", ha concluso la Frediani.