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Eventi | 19 gennaio 2020, 13:00

Il 28 gennaio al Conservatorio Verdi di Torino "Final Time" con l'Orchestra di Padova e del Veneto

Diretta da Luigi Piovano con Emanuela Battigelli all'arpa

Il 28 gennaio al Conservatorio Verdi di Torino "Final Time" con l'Orchestra di Padova e del Veneto

C'è un tempo anche per il raccoglimento, per volgere lo sguardo a ciò che è stato e mai più sarà: in Final Time, a raccontarlo in musica, sarà l'Orchestra di Padova e del Veneto, diretta da Luigi Piovano con Emanuela Battigelli all'arpa. L'OPV è quindi per la prima volta ospite della stagione concertistica dell'Orchestra Filarmonica di Torino, che a sua volta, nel mese di dicembre, ha eseguito il concerto Change Time davanti al pubblico di Padova. L'appuntamento è fissato per martedì 28 gennaio alle 21 al Conservatorio Giuseppe Verdi.

In programma per Final Time tre compositori immortali: Ravel, Debussy, Mozart.

La Pavane pour une infante défunte di Maurice Ravel, orchestrata ai primi del Novecento dallo stesso autore, venne scritta all'età di 24 anni, nel 1899. Ispirata alla musica ispanica, che l'autore del celeberrimo Bolero tanto amava, richiama nel titolo una danza tipica del rinascimento, la pavana, e conserva sonorità dolci e struggenti.

Di Claude Debussy i brani sono due. Le Six épigraphes antiques, in un adattamento per orchestra di Martino Traversa, e le Danse sacrée et profane (questo ultimo brano con l’arpa solista protagonista indiscussa), accomunate dall'atmosfera sospesa e malinconica, che contrasta con la celebre Sinfonia n. 41 in do maggiore K 551 Jupiter di Mozart. Amadeus la scrisse nell'estate del 1788, a tre anni dalla sua morte prematura. Fu quello un periodo durissimo per il compositore che aveva appena perso la figlioletta ed era assediato dai debiti. Eppure, in tanta oscurità emotiva, la creatività del genio si dispiega e la Sinfonia entra come uno squarcio di luce. Dalla ricchezza musicale straordinaria, la Sinfonia, nonostante alcuni intensi e struggenti chiaroscuri, trasmette gioia nel più puro stile mozartiano. Epica, monumentale, olimpica (da qui il nome di Jupiter attribuitole)... nei secoli, gli aggettivi per definirla non sono mancati. Resta un'unica grande, verità: che la (bella) musica non muore mai.

Il concerto del 28 gennaio, così come ogni concerto della stagione, verrà aperto dalla lettura, a cura dell'associazione liberipensatori “Paul Valéry” e della Scuola Teatro Sergio Tofano, di un breve ed emozionante testo scritto per l'occasione dal giornalista Lorenzo Montanaro.

comunicato stampa

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