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Economia e lavoro | 27 marzo 2020, 13:44

Intesa Sanpaolo, Teresio Testa: "Torino e il Piemonte hanno potenziale per ripartire dopo il Coronavirus: abbiamo un miliardo, ma potremo mettere anche di più"

Il nuovo direttore regionale Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria: "Partiti subito con la liquidità, abbinata a un fattore tempo per aiutare aziende e privati. Importante stare vicino alla filiera". E sulla raccolta fondi: "Risposta superiore alle aspettative: c'è una forte coesione"

Intesa Sanpaolo, Teresio Testa: "Torino e il Piemonte hanno potenziale per ripartire dopo il Coronavirus: abbiamo un miliardo, ma potremo mettere anche di più"

E' arrivato a gennaio, sostituendo Cristina Balbo e nel giro di poche settimane Teresio Testa - alla guida della Direzione regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo - si è trovato senza dubbio di fronte a una situazione che mai avrebbe potuto prevedere. 
Sulla sua scrivania, non solo i "normali" dossier legati all'attività del grande istituto bancario, ma un mondo che è letteralmente in rivoluzione, ostaggio del contagio da Coronavirus: dalle famiglie alle imprese, dalla vita di tutti i giorni alla pianificazione del futuro. E in tutto questo, ovviamente, non fa eccezione il mondo del credito.

Dottor Testa, come si opera in questo momento in un Gruppo come il vostro?
"E' importante continuare a lavorare nella quotidianità e per far fronte a questo evento straordinario stiamo cercando di fare più cose. Ma mi piace sottolineare che siamo i primi a dare segnali, sia in termini di risorse donate per far fronte al Coronavirus, sia con altre iniziative come la raccolta fondi attraverso la nostra piattaforma che non trattiene alcuna commissione".

Ma il vostro mestiere è ovviamente quello del credito.
"Abbiamo anche aperto la strada per quanto riguarda la moratoria, il 24 febbraio, al di là di quello che è stato poi previsto dalla legge: sia per le aziende che per quanto riguarda i privati. E sia per quanto riguarda i mutui, sia per quanto riguarda i crediti personali. Complessivamente abbiamo messo a disposizione 15 miliardi, in parte come liquidità verso clienti e non clienti e con autonomia di messa a terra per ogni filiale sul territorio: la liquidità è fondamentale, ma anche il fattore tempo per poter aiutare le aziende e sostenere le filiere, visto che le realtà più forte sono anche più strutturate con competenze per trovare soluzioni in una fase così difficile. Mentre le altre più piccole non è detto che siano in grado di farlo in maniera analoga. Di questi 15 miliardi, almeno uno sarà per il Piemonte, ma se ci fossero necessità maggiori saremo pronti a dare risposta".

Cosa vede, osservando il Piemonte che produce, in un momento così?
"C'è molta consapevolezza da parte degli imprenditori, anche dal punto di vista di riportare sul territorio alcune produzioni che nel corso degli anni erano state portate fuori dall'Italia. Un processo di re-shoring, dunque, per ovviare a quelle criticità che potranno emergere per quanto riguarda le forniture".

Quali sono le prospettive, secondo lei?
"Da una situazione di crisi come quella che stiamo attraversando il territorio piemontese può cogliere delle opportunità. L'automotive è in una fase di profonda riflessione e cambiamento, soprattutto tecnologico, con occasioni per aziende che hanno competenze e contando su realtà come il Politecnico. Ci saranno poi settori come il food e alle eccellenze che ci sono nel Torinese e nel Cuneese che saranno meno impattate dal Coronavirus, mentre il farmaceutico potrebbe avere opportunità di crescita ulteriore. C'è potenziale per poter ripartire e magari vincere sfide cui si stava già approcciando e che potrebbero essere stimolate. E magari stimolando aggregazioni e collaborazioni tra aziende che sono più forti di 10-15 anni fa quando si manifestò un'altra crisi molto pesante".

Il Piemonte saprà rialzarsi?
"Sono certo che sarà solo una parentesi: anche il sistema bancario è più forte rispetto al 2008. E potrà offrire quelle risorse che saranno necessarie per superare questi due o tre mesi di fermata. Un segnale estremamente positivo, in una fase come questa, è legata a un minibond da 10 milioni che abbiamo erogato a un'azienda italiana che è un'eccellenza, green e legata all'economia circolare. Sta facendo un investimento importante estraendo tannino dal castagno e utilizza anche lo scarto della lavorazione. Sono le aziende che fanno la differenza oggi e la faranno anche domani".

Chi si rivolge a voi, maggiormente, in un periodo così difficile?
"Più le aziende che le famiglie. E proprio noi siamo stati i primi a segnalare alle aziende la possibilità di ottenere la moratoria. Lo diciamo anche a chi fosse in grado di pagare la rata, visto che si possono tenere da parte le risorse e in un domani si può riprendere il piano di ammortamento. Dovendo quantificare, direi che siamo di fronte a circa 500 richieste in Piemonte, ma è importante soprattutto al consapevolezza da parte delle persone di poter avere un determinato strumento a disposizione. Tutto si può fare in digitale e usando la pec, accelerando molto i tempi. Credo che le richieste potrebbero arrivare a qualche migliaio. Sceglie poi il cliente se spostare la rata nella completezza, oppure solo come interesse o come capitale".

Il mondo del commercio è quello che pare più colpito, da questo momento nero legato al Covid-19.
"Stiamo ragionando proprio per dare risposte in tempi rapidi. Credo che nei prossimi giorni saremo in grado di mettere a disposizione risorse a questa categoria anche grazie al fondo centrale".

E il turismo?
"Il Piemonte ha un turismo che è per il 60% nazionale e dunque potrebbe soffrire meno di altri. E come consumi, credo che tutti prediligeremo mete nazionali, piuttosto che internazionali. Un po' per timore, un po' per spirito di responsabilità sociale visto che il nostro territorio è stato così toccato dal contagio".

Cosa succede, in questi giorni, al mondo del risparmio?
"Dal punto di vista dei risparmi, analizzando il nostro gestito e quello amministrato, la differenza media di performance dei portafogli è molto ampia. Si va dal 5 al 10% tra chi ha fatto da sé e chi si è fatto aiutare e consigliare con il risparmio gestito. Se devo dare un consiglio oggi, è di tenere i nervi saldi, in un momento come quello di oggi. In una fase come questa disinvestire è un errore. Anzi, chi è liquido potrebbe gradatamente cominciare a cogliere occasioni sul mercato".

Poco prima che esplodesse il caso Covid-19, il tema principale era quello del possibile matrimonio tra Intesa Sanpaolo e Ubi. Quali prospettive, per la provincia di Cuneo?
"Nel progetto con Ubi e banca d'impatto, si è già detto che Cuneo potrebbe essere una delle sedi. I valori di Intesa Sanpaolo e Ubi sono analoghi e un qualcosa di importante su Cuneo sarebbe un qualcosa di utile per tutto il Paese: non per fare beneficenza, ma per far crescere tutte le realtà del terzo settore. Un territorio ha futuro se sa puntare sui giovani, pur mantenendo e coltivando le proprie radici".

Come sta andando la raccolta fondi da voi promossa, fin qui?
"La risposta è senza dubbio superiore alle aspettative, ma per le cifre è ancora prematuro parlarne (il contatore, al momento, dice circa 430mila euro raccolti ndr). Di certo, ognuno per le proprie possibilità, è emerso un fortissimo spirito di coesione".

Massimiliano Sciullo

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