Economia e lavoro - 30 marzo 2020, 18:52

Coldiretti Piemonte sull'etichettatura d’origine: "Bene la proroga a favore del #MangiaItaliano”

"Bene frontiere aperte da Ue ai lavoratori stagionali”

Coldiretti Piemonte sull'etichettatura d’origine: "Bene la proroga a favore del #MangiaItaliano”

Prorogato l’obbligo di indicazione dell'origine in etichetta di alimenti base come pasta, riso e derivati del pomodoro, oltre a quella per i prodotti lattiero caseari. Un provvedimento atteso dall’82% degli italiani che, con l’emergenza coronavirus, sugli scaffali cercano prodotti Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro degli italiani.

E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ in merito alla attesa proroga firmata dai ministri delle Politiche agricole Teresa Bellanova e dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli con il decreto che prolunga i provvedimenti nazionali in vigore oltre il 1 aprile, data di entrata in applicazione del regolamento Ue 775/2018.

“Un risultato fortemente sostenuto da Coldiretti che ha promosso la campagna #MangiaItaliano e che ha dato vita, oltretutto, insieme a Filiera Italia ad una alleanza salva spesa Made in Italy – spiegano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Una misura fondamentale per sostenere il Made in Piemonte, soprattutto, per quanto riguarda il riso e i prodotti lattiero caseari, ancor più in un momento difficile come questo che stiamo vivendo in cui dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti”.

La Coldiretti insieme a Campagna Amica è stata promotrice dell’iniziativa dei cittadini europei che ha raccolto oltre 1,1 milioni di firme in 7 Stati membri e che chiede di estendere l’obbligo di indicazione della materia prima in tutti gli alimenti promossa con il sostegno di numerose organizzazioni e sindacati di rappresentanza europee.

“Nella nostra regione abbiamo raccolto oltre 100 mila firme per salvaguardare le produzioni Made in Piemonte – proseguono Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – facendo un vero e proprio fronte per la trasparenza che, forte del milione di firme raccolto in tutti i Paesi, non può essere più ignorato da una Ue che ha avuto sinora un atteggiamento incerto e contradditorio, obbligando a indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele ma non per lo zucchero".

"Il green deal che la commissione vuole realizzare anche attraverso la strategia farm to fork inizia dalla trasparenza a tavola – concludono Moncalvo e Rivarossa – e l’obbligo di indicare l’origine è una battaglia storica della nostra Organizzazione che ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa”.

“La Commissione UE ha raccolto l’appello lanciato da Coldiretti per l’apertura di corsie verdi per la libera circolazione dei lavoratori agricoli all’interno dell’Unione Europea al fine di garantire le produzioni agricole e le forniture alimentari alle famiglie”, è quanto affermano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale nel commentare positivamente l’esortazione dell’Esecutivo di Bruxelles a istituire procedure specifiche per facilitare il passaggio di tali lavoratori alle frontiere in questo momento di emergenza.

La Commissione ha riconosciuto che alcuni settori dell'economia, in particolare quello agricolo, dipendono in larga misura da occupati stagionali che “svolgono funzioni critiche di raccolta, piantagione o cura” e per tale ragione “esorta gli Stati membri a istituire procedure specifiche per garantire un passaggio agevole” a queste persone specificando che verrà attivato anche  il Comitato tecnico per la libera circolazione dei lavoratori per individuare le migliori soluzioni da estendere a tutti gli Stati membri per consentire ai lavoratori di operare “senza indebiti ostacoli”.

In Italia, senza lavoratori stagionali, è a rischio più di ¼ del Made in Italy a tavola che viene raccolto nelle campagne da mani straniere con 370mila lavoratori regolari che arrivano ogni anno dall’estero, fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo l’analisi della Coldiretti. 

Per garantire, inoltre, la disponibilità di alimenti e sopperire alla mancanza di manodopera potranno collaborare nei campi anche i parenti lontani fino al sesto grado, in una situazione in cui molti sono senza lavoro, reddito e con difficoltà anche per la spesa.

“Bene questa apertura prevista dal Cura Italia per cui le attività prestate dai parenti e affini fino al sesto grado non costituiscono rapporto di lavoro ne subordinato ne autonomo, a condizione che la prestazione sia resa a titolo gratuito - spiegano Moncalvo e Rivarossa –, sempre nel pieno rispetto del DPCM del 22 marzo 2020 rispetto alla mobilità. A livello nazionale è necessaria, con urgenza, una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa consentire a cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università, attività economiche ed aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle nostre campagne".

"In Piemonte – concludono - i voucher sono utili soprattutto nel periodo della vendemmia, ma non sono solo: ad usufruirne sono anche le imprese ortofrutticole per la raccolta di frutta e verdura. Oltre 5 mila aziende vitivinicole piemontesi hanno, negli scorsi anni, atteso  l’attivazione della procedura per generare circa 13 mila posti di lavoro durante la raccolta dell’uva. Favorire la diffusione di uno strumento con importanti effetti sull’economia e il lavoro, che si era dimostrato valido anche per aumentare l’occupazione e l’emersione del sommerso, deve essere ora un obiettivo da perseguire”.

comunicato stampa

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