Nel silenzio irreale di questi giorni, c'è un sottile brusio che ogni tanto rompe la monotonia nelle strade a ridosso della ferrovia: è quello della macchina tagliaerba che con linee regolari e andatura lenta si prende cura del campo del nuovo-vecchio Filadelfia.
Lo stadio degli Invincibili, che dopo aver resistito a momenti drammatici in passato, adesso si misura con il lockdown: la chiusura per combattere il contagio da Coronavirus che ha imposto lo stop totale al mondo del calcio e dello sport. E che dunque, da settimane, tiene lontani dal rettangolo verde all'angolo con via Giordano Bruno sia i giocatori della prima squadra del Torino che i talenti delle giovanili granata.
Ma così come per tanti anni ci sono stati gli angeli che ne hanno tenuta viva la memoria, ora c'è chi - quotidianamente - si prende cura dei campi da gioco e di allenamento. C'è l'irrigazione automatica che scandisce le giornate, mentre le reti delle porte sono state sollevate da terra. Anche le normali distanze del campo si possono soltanto intuire: le linee del gesso infatti sono stare ridotti ai riferimenti minimi: gli angoli delle aree, così come quelle in corrispondenza delle bandierine. Il macchinario che taglia l'erba ronza lungo l'intera superficie.
Un lavorio quasi "artigianale" che sa anche di speranza: quella di poter presto riaccogliere i giocatori in quello che sarebbe un segno di ritorno alla normalità: tornare a parlare di calcio e di tutte quelle cose che una volta riempivano i giorni di chi ora sta chiuso in casa.