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In Breve

| 06 aprile 2020, 16:22

A Bibiana e Pinerolo si diventa giornalisti e si fanno quiz per vivere meglio l’isolamento

Il caso della cooperativa Tarta Volante e di come sono cambiate le sue attività con i disabili in tempi di emergenza sanitaria

A Bibiana e Pinerolo si diventa giornalisti e si fanno quiz per vivere meglio l’isolamento

I ragazzi diventano giornalisti oppure rispondono a qui per affrontare questo momento di emergenza. Tra le realtà che stanno patendo le misure restrittive per fermare il contagio ci sono quelle che lavorano con i disabili mentali e fisici e hanno dovuto sospendere alcune attività o modificarne altre. Facendo sempre il conto con il problema del distanziamento dalle famiglie.

Nei gruppi appartamento di Bibiana e Pinerolo, gestiti dalla cooperativa La Tarta Volante di Bibiana, si cercano strade alternative per permettere alle persone disabili che vivono nelle strutture di mantenere il contatto con l’esterno. Nella case Tabit e Oasi di Bibiana e nella pinerolese Itaca, inizia infatti a farsi sentire il peso del lungo isolamento dovuto alla sospensione delle visite di amici e parenti, delle attività sportive, ludiche e lavorative in cui venivano coinvolti gli ospiti. Complessivamente nei gruppi appartamento vivono in una quindicina, ma le persone che frequentavano le case erano decisamente di più. «Per tutelare chi vive qui abbiamo dovuto sospendere anche il centro diurno e i sollievi che permettevano ad altri ragazzi disabili di raggiungere le nostre strutture in alcuni giorni della settimana per svolgere attività e in modo da aiutare i genitori nella gestione dei figli. Chi resta nel gruppo appartamento è preoccupato di capire non solo cosa sta succedendo, ma anche come stanno le persone che erano soliti incontrare e i propri famigliari» spiega Tiziana Piras per La Tarta Volante.

Per spiegare in modo efficace la situazione di emergenza sanitaria, e la necessità di non uscire dai gruppi famiglia, si è ricorsi a semplici video adattati anche ai bambini. Da un momento all’altro inoltre gli ospiti hanno visto alternarsi gli educatori in struttura attrezzati con i dispositivi di protezione individuale: «Gli educatori hanno dovuto gestire con delicatezza questo momento in modo da non spaventarli, una strategia è stata quella di indossare oltre alla mascherina anche qualche travestimento buffo in modo da sdrammatizzare. L’obiettivo è affrontare l’argomento senza mai nascondere la gravità della situazione ma usando parole semplici in modo da guidarli nella comprensione».

L’impegno costante è anche quello di aiutare gli ospiti a mantenere un rapporto con il mondo esterno e non perdere mai il contatto con i famigliari di ragazzi disabili che ora non possono più contare sui sollievi. Per questo la cooperativa ricorre ai social network e alla messaggistica istantanea. Un gruppo WhatsApp composto da ospiti delle strutture, dalle loro famiglie e dai ragazzi che partecipavano alle attività del centro diurno e ai sollievi, dai professionisti che lavorano con loro, permette di partecipare ogni sera al Quizzone Antivirus: «Gli educatori ma anche tutte le persone che hanno avuto modo di frequentare i ragazzi nelle loro attività sportive, ludiche e lavorative svolte all’esterno, ci inviano video in cui propongono dei quiz. Questo serve per creare un momento di gioco, di unione e rassicurare gli ospiti del gruppo appartamento sullo stato di salute di chi non hanno più modo di incontrare».

Grazie a Facebook invece sono loro stessi a mostrarsi all’esterno, in modo da rassicurare i famigliari che non posso più fargli visita: «Dopo i primi giorni di diffusione del virus, in tutti i gruppi abbiamo dovuto sospendere la visione dei telegiornali perché avevano un impatto depressivo. Proponiamo quindi ai ragazzi di realizzare il loro Tg, contenente però solo buone notizie. Postando il video sulla pagina Facebook della cooperativa permettiamo ad amici e parenti di vederli ed interagire con loro». In queste circostanze, una delle maggiori incognite rimane la situazione nelle famiglie che erano solite affidare i figli disabili al centro diurno e ai sollievi: «Per genitori e figli questo è un momento particolarmente delicato - aggiunge Piras -. Con loro cerchiamo di sentirci spesso in modo da evitare il più possibile che si sentano soli».

Redazione

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