Altri sport - 22 agosto 2016, 07:34

Le Olimpiadi si sono concluse, ma lo spirito olimpico resta dentro di noi

La splendida avventura olimpica si è conclusa ieri e porta con sé la gioia per la vittoria di Basile e tante altre emozioni; lo spirito olimpico è però ancora ben presenta e ci alimenterà nel corso di tutta la stagione per seguire al meglio lo sport torinese

Si sono conclusi i Giochi Olimpici di Rio 2016, che abbiamo seguito con passione, a modo nostro dando spazio ovviamente a coloro che in Brasile hanno rappresentato non soltanto l’Italia, ma la provincia di Torino. Abbiamo vissuto due settimane molto emozionanti, nelle quali abbiamo gioito, sofferto e imparato ad apprezzare ancora di più lo sport, mettendo in evidenza in modo particolare i mille sacrifici che gli atleti presenti hanno fatto per raggiungere Rio.  

Inutile sottolinearlo, la grande gioia è stata la vittoria di Fabio Basile nel judo nella seconda giornata olimpica. Un successo del tutto inatteso per coloro che guardano soltanto al ranking e non hanno seguito il cammino del giovane nato a Rivoli da famiglia pugliese, oppure non hanno avuto modo di parlare con lui e sentire la sua voce determinata e convinta di poter ottenere qualcosa di straordinario. Ce l’ha fatta, salendo sul tatami con uno spirito diverso dagli altri, dando l’impressione di essere quasi su un’altra dimensione, consapevole della fatica fatta per conquistare un posto a Rio, dovendo combattere anche con chi non lo riteneva pronto alle gare internazionali e l’aveva praticamente messo da parte. Una vittoria da sogno, che ha reso orgogliosa Torino, che ha consegnato all’Italia l’oro numero 200 ai Giochi Olimpici.  

Abbiamo sperato fino all’ultimo che un’altra torinese potesse salire sul podio con le sue compagne della ginnastica ritmica, Alessia Maurelli, che purtroppo si è dovuta accontentare del quarto posto con le sue farfalle. Le lacrime si trasformeranno in un sorriso, quando rivedrà la sua prova e quella delle sue compagne e scoprirà di aver offerto uno spettacolo straordinario, bellissimo, artistico, che la ripaga degli sforzi fatti in questi anni. È giovane, come le sue compagne, avrà occasione di salire sul podio olimpico, basterà continuare a crederci.  

Applaudiamo Andrea Tiberi, che ha chiuso al 19° posto nella mountain bike, dopo che soltanto sei mesi fa è stato operato alla tiroide. Recuperare in così pochi mesi e concludere dignitosamente una gara dura come quella di ieri è da campioni olimpici, una di quelle storie splendide che restano giù dal podio, ma riempiono dal punto di vista umano.  

Abbiamo sostenuto Luisa Trombetti, che ha realizzato il suo sogno olimpico nel nuoto e imparato moltissimo da questa esperienza, che le servirà a crescere ancora; ammirato Arianna Schivo e la simbiosi quasi commovente con il suo cavallo; soffiato alle spalle di Davide Manenti capace di 20”50 nei 200 metri, uscito perché inserito in una batteria molto veloce; condiviso l’emozione di Valentina Moscatt nel momento in cui dopo anni realizzava finalmente il suo sogno di partecipare ai Giochi Olimpici nel judo.  

Infine abbiamo anche sofferto per quei tre nulli di Marco Lingua nella gara del martello. Per i tanti sacrifici che ha fatto in questi anni avrebbe meritato molto di più, anche perché ha dovuto fare tutto da solo. Ci siamo anche arrabbiati con alcuni commenti televisivi che riteniamo offensivi nei confronti del campione chivassese, perché da amanti dello sport riteniamo che riuscire a vincere ancora il titolo italiano e ottenere una finale europea a 38 anni sia un risultato straordinario, che merita la convocazione olimpica. Purtroppo alcuni cronisti, soprattutto quando sanno di essere stimati da molti, credono che dietro a un microfono possono essere liberi di criticare anche chi per conquistarsi un’Olimpiade è passato attraverso tanti sacrifici. Magari, anziché criticare Marco Lingua, il cronista della RAI avrebbe potuto chiedersi perché il miglior lanciatore italiano, uno dei migliori dodici in Europa, non faccia parte di alcun gruppo sportivo e non abbia l’opportunità di allenarsi in condizioni normali, costretto anche a prendersi le ferie per andare in Brasile. Potrebbe essere un ottimo punto di partenza per analizzare l’ennesimo fallimento olimpico dell’atletica italiana.  

Conclusi questi giochi Torinosportiva si prepara a una stagione emozionante, nella quale seguiremo a 360 gradi lo sport torinese. Daremo spazio al calcio, non limitandoci a Juventus e Torino, ma concentrandoci su tutte le realtà calcistiche della provincia, dalla Serie D ai giovani. Seguiremo da vicino l’Auxilium Torino nel suo secondo anno in Serie A1 di basket, con essa anche la Fixi Piramis Torino nell’A1 femminile e le altre squadre di basket della città. Continueremo a dare ampio spazio alla Torino ’81 che ha riportato la pallanuoto torinese in A1 e lo stesso faremo con tutte le realtà torinesi del volley ma anche degli altri sport, dal rugby alle arti marziali, dal football americano al nuoto, dall’atletica al softball, dal tennis al ciclismo, fino ad arrivare agli sport paralimpici, con la passione che ci abbiamo messo nel corso di questi Giochi Olimpici. Siamo convinti che l’apprezzerete, perché lo spirito olimpico non se ne è mai andato da questa città.

 

Giorgio Capodaglio