Altri sport - 26 agosto 2016, 07:34

Verso le Paralimpiadi - Silvia Bruno: "Giusto escludere la Russia, il Comitato Paralimpico più coraggioso del CIO""

La presidentessa del CIP Piemonte andrà a Rio per le Paralimpiadi: "Invito tutti i vostri lettori a seguire i Giochi Paralimpici, perché vanno premiati gli sforzi e i sacrifici fatti da questi atleti"

Mancano ancora pochi giorni al via dei Giochi Paralimpici di Rio (7-18 settembre). Grande attesa per gli atleti che prenderanno parte a questo fantastico evento tra cui 8 piemontesi e nel particolare quattro torinesi (Andreea Mogos, Marco Dolfin, Elisabetta Mijno e Martina Barbierato), più lo schermidore Alessio Sarri, che pur non essendo piemontese gareggia e si allena per il Club Scherma Pinerolo Olimpica. Alla vigilia della partenza (partirà per Rio il 5 settembre) abbiamo intervistato Silvia Bruno, presidente del CIP Piemonte.

Buongiorno Silvia Bruno. Le Paralimpiadi si avvicinano, è pronta alla partenza?
«Si, è sempre bello seguirle dal vivo. Per me sarà la quarta esperienza, dopo quelle di Pechino, Vancouver, Londra e Sochi. È sempre qualcosa di emozionante scoprire luoghi nuovi, anche se in questo caso sappiamo che potremmo dover affrontare qualche problema organizzativo».  

Nelle ultime settimane ci sono state alcune polemiche per l’esclusione della Russia dalle Paralimpiadi, una decisione che ha mandato su tutte le furie Putin; cosa ne pensa?
«A mio parere l’International Paralympic Committee è stato più coraggioso rispetto al CIO e ha fatto quello che era giusto. Nel rapporto McLaren è uscito infatti fuori che in questo sistema diffuso di doping c’erano anche gli sport paralimpici, tanto che sono usciti almeno 35 casi di atleti con disabilità positivi agli esami antidoping. Putin ha parlato di una decisione politica, ma anche negli sport paralimpici c’è il doping e quindi ritengo giusta questa decisione, anche perché lo sport paralimpico ha dei valori ulteriori. I posti che spettavano agli atleti russi sono stati redistribuiti e l’Italia avrà così quattro atleti in più».                             

Il Piemonte sarà protagonista con otto atleti: ci sono speranze di medaglia?
«Abbiamo otto atleti più una riserva a casa, sono felice per loro. Noi come italiani abbiamo il gruppo più numeroso di sempre con cento atleti. Gli sport in cui noi italiani siamo più forti sono atletica, scherma e nuoto. Abbiamo degli atleti piemontesi in ognuna di queste discipline, ma non voglio sbilanciarmi, non dico nulla per scaramanzia. La schermitrice Mogos ha vinto due medaglie agli europei, quindi le speranze ci sono. Nell’atletica l’alessandrino Roberto La Barbera ha vinto una medaglia agli europei nella staffetta 4x100. Nel nuoto abbiamo Dolfin, che ha vinto la medaglia agli europei in Spagna. Abbiamo alcuni veterani, altri alle prime esperienze paralimpiche».  

Con quale stato d’animo andrà in Brasile?
«Quando sono andata a Pechino ero un po’ agitata, perché non sapevo cosa mi aspettasse. Ora so come funziona e sono più tranquilla in questo senso, anche se sono un po’ preoccupata per la parte logistica, perché ho sentito che c’era un po’ di disorganizzazione durante le Olimpiadi, non tutto è accessibile, soprattutto nei trasporti».  

Può fare un invito ai nostri lettori perché seguano le Paralimpiadi?
«Li invito a guardare queste gare perché bisogna premiare gli sforzi fatti da questi atleti negli ultimi quattro anni. Addirittura alcuni di loro sono riusciti a qualificarsi, nonostante pratichino un determinato sport da meno di quattro anni. I sacrifici che fanno questi atleti meritano l’attenzione della gente, perché già soltanto il fatto di seguirli in tv è per loro una cosa importante. Molti atleti paralimpici non fanno parte dei gruppi militari, non ricevono gli aiuti di coloro che partecipano alle Olimpiadi e a volte devono prendersi dei giorni di ferie per partecipare alle Olimpiadi e fare dei sacrifici economici e di tempo. In questo il movimento paralimpico deve ancora crescere. Insomma questi atleti meritano l’attenzione della gente e poi va detto che alle Paralimpiadi si vedono delle cose fantastiche, e l’Italia riesce a brillare in alcuni sport dove alle Olimpiadi va male ormai da molti anni».

 

 

Giorgio Capodaglio