"Vergogna. Uscite". Protesta dei lavoratori dell'Eurofidi, partecipata della Regione Piemonte che si occupa di fornire garanzie ai finanziamenti per le piccole e medie imprese, questa mattina in piazza Castello. Negli scorsi giorni è infatti arrivata una vera e propria doccia fredda, con l'annuncio della :"messa in liquidazione ed il licenziamento di ulteriori 215 dipendenti di cui 123 donne molte delle quali mamme, ma anche per le aspettative di credito di tutte le imprese serie".
"Negli ultimi 5 anni", spiega Michele Carretta, sindacalista UILTUCS,"abbiamo chiuso con un bilancio in forte perdita, questo non perché non stiamo più fatturando. Il saldo negativo deriva da garanzie per l'accantonamento che non sono più efficaci".
Lo scorso anno era già stata messa in atto una vera e propria riorganizzazione interna, che aveva portato alla perdita di 94 posti di lavoro, ma oggi il rischio concreto è che la società venga messa in liquidazione. A rischiare il posto di lavoro non solo i 215 dipendenti, ma a cascata tutto l'indotto, fatto da 50 mila aziende, di cui il 40% in Piemonte, che occupano complessivamente 320mila lavoratori.
"Il rallentamento e blocco dell'Eurofidi", spiegano i sindacati,"sta già generando effetti negativi sull'accesso al credito delle Piccole e Medie Imprese socie, con conseguente impatto sfavorevole sulla dinamica dei pagamenti degli stipendi dei dipendenti occupati, dei fornitori delle aziende socie e degli stakeholder".
I sindacati dunque chiedono a gran voce una ricapitalizzazione non solo per ripianare le perdite degli ultimi anni, ma anche per rilanciare l'attivita' di sostegno delle pmi socie.
Ad intervenire sulla vicenda è Alessandro Benvenuto, consigliere regionale della Lega Nord:“La struttura regionale, da sola, non ha la forza per sopperire alle esigenze delle piccole e medie imprese, quindi, oggi, l'unica via d'uscita per continuare a garantire sostegno alle attività produttive piemontesi è metter mano al portafoglio. La Regione non può far altro che intervenire economicamente".
"Un'alternativa non esiste - conclude Benvenuto - e tergiversare non aiuterà. Ciò che serve è che la Regione intervenga e risani una situazione che rischia davvero di lasciare le pmi del nostro territorio in enorme difficoltà".