Attualità - 13 settembre 2016, 07:00

Suona la campanella del nuovo anno scolastico nelle scuole torinesi, tra le polemiche sul 'panino da casa'

"Se l'istituto dà l'okay sul portare il pasto da casa, tolgo mio figlio dalla mensa", dice una mamma della scuola elementare E. Chiovini di Santa Rita

 

Suonano le campanelle delle 12:00 e 12:30 alla scuola primaria statale E. Chiovini di zona Santa Rita e segnano la fine del primo giorno di scuola dell'anno scolastico 2016/2017.

Gruppi di bambini delle classi elementari e materna escono vocianti con le loro cartelle colorate, correndo verso i genitori che li aspettano all'uscita.

Emozionati i bambini della prima elementare per il loro primo giorno di scuola, contenti di rivedere i compagni di classe quelli delle sezioni più grandi, tutti si riversano nel cortile per giocare, mentre i genitori parlano tra di loro.

Tra gli "ecco che si riparte con uno nuovo anno" e "allora com'è andato questo primo giorno? ", corre tra i discorsi dei genitori anche la ormai famosa questione del 'pasto da casa si o no.'

E se i genitori delle prime elementari, dicono "dobbiamo ancora vedere come è la situazione della mensa qui, prima di prendere qualsiasi decisione", quelli delle classi più grandi hanno già le idee chiare, come dice la mamma di Niccolò, che è ormai in quinta elementare:

"Mio figlio, come tutti i bambini della sua classe, non ha praticamente mai mangiato il cibo della mensa durante questi anni, arrivando a casa affamatissimo e lamentandosi della cattiva qualità dei pasti.

"Il cibo arriva ai bambini freddo, scotto o troppo poco cucinato. Questo mercoledì abbiamo una riunione con il dirigente scolastico e se dà l'okay sul portare il pasto da casa, tolgo mio figlio dalla mensa".

La mamma di Niccolò non è la sola a lamentarsi, visto che altre mamme rincarano la dose dicendo "la situazione della mensa è penosa. Se capita che il bambino sta poco bene e vuole il pasto in bianco, gli danno la pasta senza alcun condimento.

Le maestre si portano l'olio da casa ma se il bambino glielo chiede, non glielo danno. È una vergogna, considerando quanto paghiamo."

Questa tendenza sembra essere propria anche di altri istituti scolastici torinesi, come dice Maria, il cui figlio va a scuola in zona Lingotto : "Il cibo non solo è terribile, tanto che a volte danno ai bambini anche delle merendine già scadute ma addirittura i bambini si lamentano di averci trovato dei capelli dentro. "

La giunta Appendino si sta operando per cambiare le cose, promettendo che la situazione migliorerà radicalmente. 

 

Giulia Maccagli