Il Consiglio comunale ha approvato lunedì una mozione in cui chiede alla Giunta Appendino di incitare il governo a prorogare tutte le attuali concessioni dei posteggi su suolo pubblico sino al 2020 e l’esclusione dei commercianti ambulanti dalle disposizioni della cosiddetta direttiva Bolkestein.
La direttiva Ue, che regola la liberalizzazione dei mercati, prevede che, a partire dalla primavera 2017, anche gli ambulanti dovranno partecipare ai bandi per il rinnovo delle licenze. Fin qui tutto normale, se non fosse che il provvedimento europeo – recepito con un decreto legge del governo nel 2010 –permette anche alle società di capitali di partecipare a queste gare. L’opposizione nasce dunque - e in primis da parte del Movimento Cinque Stelle Nazionale – dal fatto che vengano messe a rischio le circa 160,000 piccole aziende a conduzione familiare e microimprese italiane (4,000 delle quali a Torino), che non riuscirebbe a vincere la concorrenza con le società capitali.
Lo scorso lunedì, dunque, con 30 voti a favore e un astenuto, il Consiglio comunale ha approvato un documento (primo firmatario Andrea Russi – M5S) in cui chiede alla Giunta di esentare gli ambulanti dalla direttiva e di salvaguardare i parametri attuali su rilascio e rinnovo automatici delle concessioni, così come di consentire che il commercio al dettaglio su aree pubbliche venga riservato alle piccole imprese, in qualunque forma esercitate.
La mozione del Consiglio comunale ha incontrato l’appoggio di Fabrizio Ricca (Lega Nord), Eleonora Artesio (Torino in Comune) e ha visto il capogruppo torinese PD Stefano Lo Russo definire l’accordo raggiunto come un buon punto di partenza per limitare la Bolkestein, ricordando tuttavia la situazione debitoria di molti commercianti ambulanti nei confronti del Comune, con 8,4 milioni di evasione fiscale.
Già nel mese di agosto, la sindaca Chiara Appendino, come aveva anticipato in campagna elettorale, aveva già chiesto che il movimento penta-stellato nazionale sollecitasse il governo a tentare di nuovo (un primo tentativo, fallito, lo aveva già provato sei anni fa, la Fiva Confcommercio Nazionale) di escludere il commercio ambulante dall’applicazione della Direttiva Ue.