Attualità - 21 ottobre 2016, 16:44

No alla riapertura e privatizzazione del parco Michelotti: comitati a Palazzo Civico

"Le strutture realizzate resteranno alla città alla fine della cessione, ma il parco con una trasformazione così pesante e invasiva, con tutti gli edifici che saranno realizzati, non sarà più utilizzabile e resterà un zoo per sempre”

No alla riapertura, e privatizzazione, del parco Michelotti. Questa mattina il coordinamento “No Zoo a Torino” e “Salviamo il paesaggio. Difendiamo i nostri territori” sono intervenuti a Palazzo Civico su una Commissione specifica.

“Parco Michelotti”, spiegano, “è oggetto di una “Concessione per valorizzazione” a privati: l’area cioè viene ceduta per trent’anni, più eventuale proroga di vent’anni. Il canone a carico del privato è di soli 60mila euro per 32.000 metri quadrati di territorio, ovvero 1,875 euro al metro quadro”.

“Le strutture realizzate”, proseguono, “resteranno alla città alla fine della cessione, ma il parco con una trasformazione così pesante e invasiva, con tutti gli edifici che saranno realizzati, non sarà più utilizzabile e resterà un zoo per sempre”.

Tante le problematiche evidenziate dai comitati dalla non sostenibilità ambientale del progetto, dove gli:”interventi edilizi di Zoom saranno in cemento armato (esclusa la serra) e pertanto non reversibili” alla riapertura dello zoo.

“Sono gravi”, hanno poi denunciato i Comitati,”i problemi di traffico e viabilità che si riverberanno sull’intero quartiere di Borgo Po, sull’asse di corso Casale e sul nodo critico Gran Madre/Ponte Vittorio Emanuele. L’effetto sarà di un’invasione del quartiere Borgo Po da parte dei veicoli dei visitatori di Zoom, con un aumento enorme del flusso di traffico, che intaserà corso Casale e priverà dei parcheggi i residenti”

“Ad essere chiusa al pubblico ed accessibile solo su pagamento del biglietto”, hanno sottolineato coordinamento “No Zoo a Torino” e “Salviamo il paesaggio. Difendiamo i nostri territori”, “ sarebbe quasi tutto il parco, tranne un piccolo spicchio all’entrata”.

Cinzia Gatti