Attualità - 26 ottobre 2016, 11:35

Negli edifici comunali di Via Onorato Vigliani ci sono stipiti staccati, porte sradicate e confusione

Il sopralluogo di una delegazione del Comune porta alla luce una questione complessa. Guarda le immagini

Lunedì il Consiglio comunale ha approvato la delibera presentata dall’assessore al bilancio Sergio Rolando di vincolare, a dieci anni, l’uso di cinque mini-appartamenti a fini di turismo sociale per persone con disabilità, su un progetto presentato dalla cooperativa L’altra Idea.

Gli appartamenti, situati in Via Onorato Vigliani 104,  fanno parte di un complesso più grande – che copre un’area di circa 10 mila metri quadrati e comprendente anche gli edifici al numero 102 – di proprietà del Comune e diviso in varie porzioni: la parte al numero 104 comprende oltre ai 5 mini-appartamenti, un maneggio per l’ippoterapia, aree verdi e alloggi comuni – che fino a dicembre saranno interamente gestiti dalla cooperativa L’Altra Idea; gli edifici al numero 102 invece erano un tempo degli uffici (ora in disuso) ma accolgono nel piazzale esterno il mercato Amìs.102, gestito da Coldiretti e che vede la partecipazione di produttori locali.

Nel pomeriggio di ieri, quando a seguito dell’approvazione della delibera, una delegazione del Comune si è recata in Via O. Vigliani 102 e 104 per fare un sopralluogo del posto.

L’ispezione ha rivelato che la questione è molto più complessa di quanto la delegazione si aspettasse e forse il reimpiego degli immobili (in particolar modo della porzione degli ex-uffici al numero 102) non avverrà in tempi brevi, come sperato.

Nel 2000, l’Amministrazione comunale aveva concesso l’intero complesso (per la cifra simbolica di affitto annuo di 50 euro) alla Onlus “Enzo B” – che si era avvalsa della Cooperativa L’Altra Idea per gestire la maggior parte delle attività del compendio al numero 104 (progetti di ippoterapia, centro diurno per disabili e 5-mini appartamenti  per disabili fisici).

Sembrerebbe tuttavia, da quanto viene spiegato durante il sopralluogo, che la Onlus Enzo B non abbia mai formalizzato questa concessione dei servizi ad Altra Idea – sebbene quest’ultima sia riconosciuta dall’amministrazione cittadina come Ente accreditato per la gestione di servizi socio-sanitari. Una dimenticanza, aggravata da altre dinamiche economiche, che potrebbe aver determinato la decisione del Comune di non rinnovare la concessione dell’immobile alla Onlus Enzo B nel 2007 e che, nel maggio 2015, ha portato all’ordinanza di sgombero, poi eseguita.

Al momento dello sgombero, ha scoperto ieri tristemente la delegazione del comune, la Onlus Enzo B ha lasciato la porzione al 102 nello sfacelo più totale: stipiti e porte sono stati rimossi, stessa sorte è toccata agli interruttori delle luci.  Nel luogo regna disordine e sporcizia, con sedie e carrelli della spesa accatastati, vecchie pratiche e registri ammassati in diversi locali, calcinacci, scorte di alimenti nei posti più disparati.

Di fronte a questo scenario, tra le varie possibilità emerse nel pomeriggio alcuni rappresentanti della circoscrizione hanno avanzato l’ipotesi di ricorrere a vie legali contro la Onlus Enzo B.

Giulia Maccagli