Falso in atto pubblico ma anche falso in bilancio. E' la nuova, doppia ipotesi di reato che finanza e procura potrebbero vagliare nel lavorare all'indagine sui disallineamenti, che ammonterebbero a 50 milioni di euro, tra conti del Comune di Torino ed alcune sue partecipate, come Gtt e Infra.to.
Se davvero, com'era trapelato da alcune indiscrezioni che forse troveranno conferma in alcune testimonianze, che sarebbe esistito un patto tra amministratori della Città e vertici delle sue controllate, per il quale per anni, nonostante il contrarsi e il perdurare di pesanti debiti mai saldati dalla Città a Gtt e Infra.to, tutti i "buchi" sarebbero stati occulati, allora avrebbe senso indagare su due reati. Il falso in atto pubblico, illecito contestabile a chi gestì il bilancio della Città, e falso in bilancio, reato addebitabile invece alle società partecipate. In procura è stato formato un gruppo di lavoro coordinato da due aggiunti: Andrea Beconi, titolare dei reati contro la Pubblica amministrazione e Ciro Santoriello, a capo degli illeciti dell'Economia. Marco Gianoglio, il pm che ha ottenuto nelle settimane scorse la condanna di Salvatore e Jonella Ligresti per il falso in bilancio di Fonsai, affiancherà i due aggiunti.
E' probabile quindi, se questa tesi venisse ritenuta attendibile, che vengano acquisiti anche i documenti finanziari degli anni precedenti al 2015.