Al numero civico 29 di via Torino, la centralissima strada di Chivasso, oggi isola pedonale, si trova il Caffè Pasticceria Bonfante. E' lì dal 1922, quando Luigi Bonfante, appena ventitreenne rilevò il Caffè Piatti, a Chivasso fin dal 1896. Ristrutturò completamente il locale, ampliandolo ai locali liberi adiacenti, negli spazi tuttora occupati dalla rinomata pasticceria chivassese. Luigi Bonfante aveva imparato l'arte di fare i pasticcini facendo l'apprendista pressi i maestri pasticceri di Torino, depositari delle antiche ricette dolciarie risalenti addirittura a metà del '500, quando un frate spagnolo, Pasquale de Baylon, ottimo cuoco giunto a Torino nel suo girovagare per l'Europa, consigliò un rimedio per le dame e cortigiane alle difficoltà amorose dei propri uomini; una ricetta a base di uova e vino marsala che prese poi il nome di Sambaion, in italiano zabaglione, proprio in memoria del frate che l'aveva ideato. Da questo nacque la tradizione dell'arte dolciaria piemontese, dalle bignole agli amaretti, fino ai Nocciolini di Chivasso, realizzati con albume d'uovo nocciole del Piemonte e zucchero. Il dolce artigianale simbolo della città nasce a Chivasso nei primi dell'800, grazie al maestro pasticcere Giovanni Podio, con il nome di “Noisettes” o “Noasetti” e poco più tardi, nel 1889, fu suo genero, Ernesto Nazzaro, a presentare il prodotto dell'arte pasticcera chivassese all'Esposizione Universale di Parigi. Nel 1904 viene brevettato il marchio e diventa fornitore ufficiale della Famiglia Reale. “Nacque la tradizione per cui tutte le pasticcerie chivassesi – spiega Franco Ortalda, attuale titolare della Pasticceria Bonfante – diventassero anche produttori di Nocciolini”.
Con ogni probabilità, fu proprio Luigi Bonfante a ideare l'originale confezione a tubo in carta rosa (prima erano presentati in scatole di latta), tuttora utilizzata per il prodotto tipico di Chivasso. Caffè pasticceria al piano terreno e laboratorio al primo piano, Bonfante tenne il locale, aiutato dai suoi due figli, fino al 1963. Fu tra i primi a iniziare un lavoro di promozione del prodotto tipico al di fuori dei confini territoriali. Nel 1963 subentrarono i coniugi Italo Ortalda e Maria Rosa Carucci, in società con il cognato Vittorio Bonfante, figlio di Luigi, e la moglie Maria Matilde Ortalda. Sodalizio durato fino al 1992, quando l'attività viene rilevata da Franco Ortalda. Oggi il Caffè Pasticceria Bonfante rappresenta un'eccellenza piemontese. E' appena stata pubblicata l'edizione del trentennale del Gambero Rosso; nel “Top Italian food and beverage experience 2017”, che raccoglie le migliori 1100 imprese del settore, compare anche l'antico Caffè chivassese. L'arredo interno risale al 1922. La “devanture” a monoblocco in legno di noce campeggia nel locale. Due banchi, uno da bar e uno da pasticceria sormontati da boiserie a scaffali e specchi. Due grandi specchi degli anni quaranta firmati da Albano Macario, con le pubblicità delle pastiglie Leone e dei liquori Martinazzi fanno da sfondo alla zona bar. Originali anche gli stucchi e capitelli in stile dorico così come gli arredi in legno con ripiani in marmo rosso di Verona.
Cosa comporta l'esigenza di rimanere al passo coi tempi pur continuando a seguire la tradizione? “Effettivamente è molto complicato – risponde Franco Ortalda, affiancato nella gestione del locale dalla mamma Maria Rosa -. Innanzitutto la difficoltà di produrre al primo piano, seguendo i dettami igienico-sanitari odierni nel pieno centro storico. In un capannone, ovviamente, sarebbe tutto più facile piuttosto che continuare a produrre in larga scala all'interno praticamente di un appartamento. E' come avere una 500 e correre con la Formula Uno. I Nocciolini sono la parte preponderante della nostra attività produttiva, esportandoli ormai anche all'estero. E' un prodotto che però, al giorno d'oggi, occorre sostenere in continuazione. Lo facciamo partecipando a grandi manifestazioni come il Salone del Gusto, Golosaria di Paolo Massobrio a Milano. Crediamo però anche nello sviluppo sul territorio, cercando di sostenere per quanto possiamo tutte le associazioni chivassesi come Pro Loco, Unitre, Faber Teatro, Novecento e Il Contatto, partecipando alle loro iniziative”.
Un mercato, quello rappresentato dai Nocciolini, che è in pieno sviluppo e che vale almeno tre milioni di euro per le diverse imprese chivassesi che li producono, dando lavoro a una cinquantina di persone: “Chivasso era famosa per il mercato del bestiame – ricorda Franco Ortalda -, per gli orti e giardini e per il grande stabilimento automobilistico della Lancia. Tutto praticamente scomparso mentre i Nocciolini sono rimasti, a oltre un secolo di distanza, con una notevole varietà di produttori, tutti di alta qualità. Occorre tuttavia rimarcare ulteriormente il rapporto tra questo prodotto dell'arte dolciaria e la città, su questo ritengo ci sia ancora tanto lavoro da fare. Trovo molto proficua la collaborazione con altri artigiani, come abbiamo ad esempio con la cioccolateria torinese Guido Gobino”.
Chissà che si possano nuovamente raggiungere i fasti del passato, quando i Nocciolini in scatola firmati da Piatti vinsero numerose medaglie all'Expo universale di Marsiglia, nel 1895.