Politica - 24 gennaio 2017, 14:52

Regione Piemonte e Fondazione Slow Food insieme per il Riso Rosso del Burkina Faso

Una collaborazione iniziata molti anni fa

 

Cira Mahingou è il nome in lingua locale di una varietà di riso rosso coltivata in Burkina Faso soprattutto dalle donne, nella provincia di Comoé, nel Sud-Ovest del Paese. È un riso della specie Oriza glabérrima con chicchi di piccole dimensioni e di colore rosso.

Nel Sud- Ovest del Burkina Faso la coltura del riso rosso è ancorata alle tradizioni locali. Non esiste, infatti, pranzo o cena organizzati per un battesimo, matrimonio o funerale in cui non venga servito il Cira Mahingou. Tuttavia molti villaggi hanno abbandonato il riso rosso per il più produttivo e comune riso bianco. Il rischio di estinzione del Cira Mahingou è reale. 
Da anni la Regione Piemonte, in collaborazione con il COP, la Coldiretti Piemonte, la Provincia di Vercelli è impegnata nel Sud-Ovest del Burkina Faso, a fianco dell’AGEREF, in diverse iniziative a sostegno dello sviluppo locale, dell’ambiente e della biodiversità locale, nonché del rafforzamento della filiera di produzione del riso.

Nel 2015, grazie all’appoggio della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, il riso rosso è stato inserito nel catalogo dell’Arca del Gusto tra i prodotti di qualità caratteristici del territorio e a rischio di estinzione. Oggi Fondazione Slow Food per la Biodiversità e la Regione Piemonte hanno annunciato l'istituzione del Presidio Slow Food del Riso Rosso del Burkina Faso coltivato nel Comoé.

«Questo importante riconoscimento è frutto di un lungo percorso che la Regione ha sostenuto nel tempo. Abbiamo avviato i primi progetti nell’area in collaborazione con la Provincia di Vercelli già nel 2004 con iniziative di cooperazione decentrata nell’ambito del programma regionale di sicurezza alimentare e lotta alla povertà in Africa Occidentale. Realizzando questi progetti siamo venuti a conoscenza di gruppi di donne che coltivavano una particolare varietà di riso rosso, varietà molto antica, la cui produzione, purtroppo, era contenuta e stava riducendosi rapidamente in quanto utilizzata quasi esclusivamente nei rituali tradizionali".

"Abbiamo così contattato la Fondazione Slow Food per la Biodiversità per avviare un programma di tutela e valorizzazione di questo particolare riso. La nostra azione è quindi finalizzata a rafforzare la sovranità alimentare di questi territori in quanto il riso è un alimento base del continente africano e una delle principali fonti di reddito per molte donne contadine che sono il vero motore dello sviluppo locale. D’altra parte proprio il riso è un prodotto che rappresenta una delle più significative eccellenze del territorio piemontese ed è importante che la Regione si impegni direttamente", ha dichiarato Monica Cerutti, assessora alla Cooperazione Decentrata della Regione Piemonte.

"Questo Presidio nasce per far conoscere un prodotto unico al mondo. Il riso rosso è nato in Africa ed è diverso da tutte le varietà di risi bianchi europei e asiatici. Viene coltivato nelle paludi grazie alla sua capacità di assorbire l’acqua e permettere così di evitare le inondazioni. Una risorsa straordinaria per uno dei paesi più poveri del mondo, come il Burkina Faso, che può e deve ripartire dalla riscoperta e dall’orgoglio per il proprio patrimonio alimentare. Per questa ragione la Fondazione Slow Food per la Biodiversità e la Regione Piemonte lavorano insieme per sostenere il lavoro delle 48 donne che raccolgono e trasformano questo riso, ma anche per mappare e promuovere tutti gli altri prodotti del territorio burkinabè. Questa è un'ulteriore tappa del percorso comune in Africa iniziato diversi anni fa con il sostengo al Presidio dell'olio di argan in Marocco e che prosegue con il supporto al Presidio dei Caprini a latte crudo del Planalto Norte a Capo Verde", così Piero Sardo, Presidente Fondazione Slow Food per la Biodiversità.

c.s.