Eventi - 03 febbraio 2017, 14:12

Al cinema Massimo "Il valzer dei desideri"

Omaggio al celebre regista tedesco Max Ophüls

Il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo, da domenica 5 a martedì 28 febbraio, la rassegna dal titolo Il valzer dei desideri. Omaggio a Max Ophüls. Noto come autore di raffinati melodrammi, commedie e noir, Max Ophüls, tedesco naturalizzato francese, è, invece, regista tra i più cosmopoliti, sofisticati e brillanti ma anche amari e malinconici della storia del cinema.

I suoi film sono, infatti, racconti che uniscono una narrazione tradizionale a una riflessione sempre acuta sulla messa in scena e sulla finzione, che si possono estendere anche alla vita. I suoi personaggi sono quasi sempre donne forti e fragili al tempo stesso, sole, malinconiche, tradite, sgargianti eppure sempre combattive, come i film di Ophüls. Tedesco, di origine israelitica e di formazione mitteleuropea, Max Ophüls nasce Max Oppenheimer Ophuels il 6 maggio 1902 a Saarbrücken in Germania, in una famiglia di industriali. Debutta a teatro come attore e regista nei dorati e ruggenti anni Venti, ma all'inizio degli anni Trenta, scopre il cinema e inizia a collaborare come aiuto regista con Anatole Litvak.

Nel 1932 dirige il suo primo film, Amanti folli, che lo impone immediatamente all'attenzione del pubblico e della critica internazionale e che contiene già tutti gli elementi fondamentali della sua poetica. Nel 1933, Ophüls è costretto ad abbandonare la Germania nazista e a rifugiarsi in Francia fino all'occupazione tedesca del 1941, che lo costringe ad emigrare di nuovo, questa volta verso gli Stati Uniti. In questi anni di esilio e di vagabondaggio, nascono alcuni dei suoi capolavori. La signora di tutti, La nostra compagna, Yoshiwara, il quartiere delle geishe sono tutti film profondamente romantici e decadenti, pervasi dalla malinconia e da uno sguardo sempre attento, anche se vagamente distaccato.

Ma è soprattutto dopo la fine della seconda guerra mondiale che Ophüls realizza i suoi film migliori, quelli che meglio rappresentano la sua disincantata visione del mondo. Nel 1948, realizza negli Stati Uniti Lettera da una sconosciuta, indimenticabile capolavoro che riproduce il clima sospeso e quasi irreale della Vienna del tempo, attraverso una struggente e impossibile storia d'amore. Dopo il suo ritorno in Francia, all'inizio degli anni Cinquanta, Ophüls continua a raccontare il dramma dell'esistenza con La Ronde, Il piacere, I gioielli di Madame de' e il contrasto tra lo stile frivolo e leggero del regista e la sua tragica visione del mondo si fa sempre più netto.

In questi anni, Ophüls diventa una guida per i giovani critici francesi, che iniziano ad opporsi al cinema cosiddetto 'di qualità', privilegiando un cinema 'd'autore' ancora nella sua fase di gestazione. Nel 1955, Max Ophüls dirige il suo ultimo film, Lola Montès, in parte rimaneggiato dalla casa di produzione. La biografia della ballerina e avventuriera ottocentesca gli permette ancora una volta di portare sullo schermo un turbinio di vicende e situazioni, legate tra loro da un'autentica tragicità e da una sottile sensazione di morte. Nel 1957, Max Ophüls muore nella sua Germania, ad Amburgo, ma il suo corpo riposa in Francia, dove è stato amato e acclamato, nel famoso cimitero di Père-Lachaise, a Parigi.

 

La rassegna al Cinema Massimo sarà inaugurata domenica 5 febbraio alle ore 16.30 dalla proiezione di Amanti folli. Ingresso 6/4/3 euro

c.s.