Politica - 10 febbraio 2017, 16:16

Commemorazione vittime Foibe, Appendino:"La memoria sia più forte di violenza e rivendicazioni"

Così la sindaca di Torino nel suo intervento in Sala Rossa

Commemorazione vittime Foibe, Appendino:"La memoria sia più forte di violenza e rivendicazioni"

"Se è vero che la storia è questione di coscienza oltre che di conoscenza, la giornata di oggi rappresenta un’occasione di crescita collettiva e di riflessione per tutti noi. La possibilità per trasformare questa drammatica vicenda in un valore condiviso da tutti, come profondo sentimento di solidarietà civile ". Sono queste le parole di Chiara Appendino, alla commemorazione per gli esuli istriani e le vittime delle Foibe, che si è svolta oggi in Sala Rossa. 

"Facciamo in modo", ha proseguito il sindaco, "che la memoria e ciò che può insegnarci sia più forte delle violenza e delle rivendicazioni. Oggi più che mai è un dovere, nei confronti dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime che oggi sono presenti qui con noi, nei confronti delle Associazioni che coltivano la memoria della vostra terra".

“Facciamo tesoro del passato per costruire un futuro dove la violenza, l'odio, siano solo un doloroso ricordo. Lo dobbiamo a noi stessi, ma soprattutto ai giovani verso i quali abbiamo il compito di trasmettere la conoscenza della storia, seppur a tratti disumana e terrificante, affinché mantengano la memoria facendosi loro stessi testimoni e crescano nel rispetto assoluto e incondizionato della dignità umana”.

Più di 8.000 profughi istriani scelsero Torino come rifugio. La città, per il suo sviluppo industriale in quel periodo, esercitava una forte capacità attrattiva.  Le Casermette di Borgo San Paolo, il Villaggio Santa Caterina, Corso Polonia e gli alloggiamenti di via Pesaro divennero per loro una nuova casa. 

"Non molto distante da noi, dall’altra parte del Mediterraneo", ha sottolineato il Presidente del Consiglio Fabio Versaci, "si ripetono storie simili a quella che oggi rievochiamo. Persone inermi che pagano un pesante tributo a guerre che non hanno provocato e che non avrebbero mai voluto vivere". "Ecco l’auspicio e l’augurio che vorrei per noi e per tutti gli esseri che popolano questa martoriata terra è che si possa vivere senza l’angoscia della guerra e delle pulizie etniche che questa, quasi sempre, porta con se", ha concluso Versaci.

Durante la commemorazione è stata consegnato un riconoscimento ai parenti di Filippo Polito, agente di pubblica. In servizio presso la Questura di Trieste venne catturato dai partigiani titini il 2 maggio 1945 e deportato nel campo di concentramento di Borovnica, a Lubiana. Da allora non si ebbero più sue notizie.

Cinzia Gatti

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